14.11.22

Nola-Paganese 2-2: l'undicesima incompiuta.

DI NINO RUGGIERO

È estremamente difficile parlare di Paganese in questo periodo; difficile e complicato perché soluzioni immediate non ce ne sono. Il castello costruito con la fervida fantasia dei responsabili della società si sta sbriciolando, pezzo dopo pezzo, e con esso tutte le ambizioni di primato strombazzate alla vigilia del campionato. Ogni domenica, dopo la stentata vittoria con l’Angri, una delusione e una speranza: andrà meglio tra sette giorni. Pura illusione. Pareggi a non finire; troppo poco per una squadra costruita (a parole) per vincere un campionato.

A Nola l’ennesima delusione; ogni volta un alibi, una giustificazione, una scusa per un pareggio che si tinge sempre più di responsabilità oggettive, al di là di quelle che possono essere le difficoltà ambientali che nel calcio bisogna sempre tenere in conto.

Di chi la colpa? Di una società che ha lesinato sulla spesa in fase di allestimento della compagine; di un allenatore che si è accontentato di quello che passava il convento e non riesce a trarre il meglio dagli elementi che ha a disposizione; o cos’altro?

Partiamo dal presupposto che nel calcio non c’è mai niente di scontato. Comprare giocatori tanto per comprare non risolve nessun problema. Basta guardarsi attorno. La Casertana, che non ha badato a spese per allestire la squadra, ha solo un punto in più degli azzurrostellati. Meglio di tutti nel girone che ci interessa sta facendo il Sorrento (e qui non è nemmeno il caso di scomodare il portafoglio, che certamente in costiera non è a mantice). 

La bravura di chi costruisce una squadra sta tutto nel fatto di individuare gli elementi che servono e sono indispensabili per raggiungere un determinato obiettivo. Bisogna conoscere il mondo dei giovani, i campi di periferia, gli oratori, i ragazzi che hanno voglia di emergere, linfa vitale di un calcio emergente. Non è sempre solo una questione di soldi (anche di soldi, ci mancherebbe!) ma di profonda conoscenza delle qualità di atleti adatti a raggiungere il traguardo cui si aspira.

La Paganese attuale ha buone potenzialità ma anche tante pecche. È squadra non rifinita nel suo assieme; è come la decima sinfonia (l’incompiuta) di Beethoven.

Adesso, in vista del mercato di dicembre, c’è solo da valutare il da farsi da parte dei vertici societari. Bisogna guardarsi in faccia per bene, dirigenti, tecnici e addetti ai lavori: è il caso di intervenire sul mercato con operazioni ad hoc nonostante i dieci punti che dividono la Paganese dalla vetta? Oppure bisognerà solo affidarsi al destino con una squadra che fino a questo momento ha portato più delusioni che successi?

Ci sarà da considerare anche e soprattutto la componente “tifo” che quest’anno ha risposto presente all’appello della società con mille abbonati, una cifra mai raggiunta nei tanti anni di calcio a Pagani. Per rispetto di quanti hanno sottoscritto un abbonamento a scatola chiusa, la società dovrebbe quantomeno dimostrare di non essere per indifferente alle manifestazioni di vicinanza sportiva mostrate su tutti i campi. Allo stesso tempo, con mosse opportune strategiche e di mercato, dovrebbe evidenziare di non essere affatto contenta del cammino fin qui svolto dalla squadra. Un segnale di presenza è atteso per non buttare a mare tutta l’euforia che le dichiarazioni di intento iniziali avevano creato.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com