7.11.22

Paganese-Sorrento 1-1: la fiera delle illusioni.

di NINO RUGGIERO

Si sapeva che il risultato della partita tra Paganese e Sorrento non sarebbe stato decisivo ai fini della vittoria finale del campionato; dalla stessa però era lecito attendersi delle indicazioni proprio in ottica primato. Ebbene, il Sorrento ha confermato che non si trova in vetta per caso perchè ha saputo ben miscelare la difficile e forzata convivenza tra calciatori esperti, i cosiddetti over, con i giovani, denominati under. La Paganese, invece, (benvenuti nella fiera delle illusioni!), ancora una volta ha sofferto proprio la mancanza di giovani all’altezza della situazione. 

Un mix perfetto, quello del Sorrento, che sta premiando la bravura degli osservatori che hanno saputo scovare tra tanti anonimi ragazzi su polverosi terreni di periferia, quelle pedine giuste che al momento – ironia della sorte – costituiscono il piatto forte della squadra costiera ancora più dei cosiddetti giocatori esperti. Basti pensare che i sorrentini hanno schierato fin dal primo minuto cinque under, invece degli obbligatori tre, che hanno marchiato più che positivamente la gara con atteggiamento spavaldo, da calciatori navigati. 


Tra questi Petito, un attaccante classe 2002, di cui sentiremo parlare se non si perde per strada.La Paganese ha giocato un onorevole primo tempo ed è riuscita anche ad andare in vantaggio grazie a una acrobazia di Pozzebon sotto rete proprio allo scadere della prima frazione di gioco. Nella ripresa però la musica è cambiata e gli azzurrostellati probabilmente hanno pensato di poter controllare agevolmente la situazione lasciando l’iniziativa agli avversari. Grave errore di valutazione da parte di una squadra che gioca in casa e ha ambizioni di primato. 

La compagine allenata da Giampá è arretrata oltre il lecito e non è riuscita a sfruttare nemmeno il contropiede per mancanza di spinta sulle due fasce laterali. Qui entra in gioco, inevitabilmente, il discorso sull’utilizzo obbligatorio degli under. A differenza del Sorrento, che nella fase di allestimento della squadra ha puntato tanto sui giovani, la Paganese non ha molto da scegliere tra i suoi under e proprio per le regole che impongono in contemporanea un utilizzo minimo di tre giovani (classe 2004, 2003 e 2002) si trova a non poter schierare contemporaneamente calciatori del calibro di Verna, indispensabile a centrocampo al pari di Juliano, e Adeyemo, calciatore universale perché utilizzabile in ogni ruolo.

Poi, come sempre, nel corso di una partita di calcio, ci sono le mosse tattiche che possono avere diverse valenze e che possono risultare determinanti. Lo è stata probabilmente anche quella relativa alla sostituzione di Pozzebon che ha aperto le porte a Verna, ottimo centrocampista di contenimento, ma ha dato nuova forza ed energie al Sorrento ancora più convinto psicologicamente di poter arrivare perlomeno al pareggio. E il pareggio è arrivato ancora una volta per un pateracchio che coinvolge l’intero reparto difensivo della Paganese.

All’indomani della gara, a bocce ferme, bisogna convenire che se il Sorrento ha meritato il pareggio abbondantemente, la Paganese, dal canto suo, deve recitare il mea culpa. Era andata ancora una volta in vantaggio, quasi una costante dall’inizio del campionato, e si è fatta raggiungere in virtù di una condotta di gara incomprensibilmente rinunciataria. Tattica decisamente suicida se si considera che la fase difensiva non sembra avere quei requisiti di imperforabilità che di solito caratterizzano le squadre veramente forti.

Il discorso sulle ambizioni di primato non è del tutto chiuso, a onor del vero, ma restano seri dubbi sulla capacità della squadra azzurro-stellata di invertire la rotta.

Al momento in giro c’è solo molta delusione. La qual cosa dice già tutto.

Nino Ruggiero