DI NINO RUGGIERO
Da questo tunnel bisogna essere solo bravi a uscire presto. Per farlo deve esserci unità d’intenti, a cominciare dalla società che deve essere ancora più vicina del solito alla squadra; dall’allenatore che deve prendere la squadra per mano perché di essa conosce tutto: vita, morte e miracoli; dall’ambiente sportivo più facile alla depressione quando arrivano risultati sportivi non in linea con le aspettative.
Dopo una rincorsa vincente durata tre mesi, con la bellezza di dieci punti più altri quattro ancora recuperati al Sorrento, capolista detronizzata, sono dunque arrivati due passi falsi: mezzo passo con l’Angri e intero ieri con i sardi dell’Atletico Uri.
Dopo una rincorsa vincente durata tre mesi, con la bellezza di dieci punti più altri quattro ancora recuperati al Sorrento, capolista detronizzata, sono dunque arrivati due passi falsi: mezzo passo con l’Angri e intero ieri con i sardi dell’Atletico Uri.
Le prime avvisaglie con l’Angri una settimana fa. Un primo tempo da censura, scandaloso. Qualcosa cambiò nel secondo tempo, tanto che gli azzurro-stellati riuscirono ad arrivare al pareggio. Non così ieri al “Marcello Torre” contro l’Atletico Uri. La Paganese dopo sei minuti di gioco è andata inopinatamente in svantaggio. Un discutibile posizionamento della difesa, su un innocuo cross dalla destra, ha causato la segnatura degli ospiti. Azione ritenuta viziata da posizione di fuorigioco netto; difesa ferma, di sale. Nessuna esitazione invece per l’arbitro: gol regolare. Inutili le vibrate proteste del capitano D’Agostino nei confronti del direttore di gara.
Una vera mazzata “tra noce e capo di collo”, come diciamo coloritamente dalle nostre parti, e che ha poi condizionato fortemente la prestazione della squadra azzurro-stellata per tutta la gara.
In questo tipo di partite, contro squadre che giocano disinvolte, che non hanno particolari posizioni di classifica da difendere, se si riesce a riequilibrare subito il risultato è facile che poi si venga a capo della partita. Ma se passa il tempo, se non si riesce a trovare sbocchi per la propria manovra, se ti sembra che vada tutto storto, se il portiere avversario si erge a protagonista della giornata, si rischia il naufragio, come poi è puntualmente accaduto.
0-3 esagerato? No, perché – è inutile che ci giriamo attorno – nel calcio il fattore psicologico, l’ansia di arrivare al risultato ti condiziona e non ti fa giocare tranquillo. Da qui errori su errori; e più il tempo passa, più ti accorgi che non è giornata.
Per fortuna, la vetta è ancora lì, con tre punti di vantaggio sul Sorrento e con sette punti su Palmese e Lupa Frascati. Quindi il passo falso di ieri non ha causato sfracelli, sempre che la squadra sappia riprendersi e giocare con il piglio della capolista; lo sa fare e deve farlo.
In un campionato lungo e snervante si sono visti progressi domenica dopo domenica a cominciare dalla vittoriosa trasferta di Cassino. Ma la squadra aveva già fatto vedere cose egregie fin dalla partita a Caserta, quando aveva dominato l’avversaria per tutta la durata della gara per poi essere raggiunta in un convulso finale.
Adesso c’è bisogno di ritrovare quell’equilibrio tattico che ha contraddistinto le migliori prestazioni. Parliamoci chiaro: non è tanto una questione di uomini quanto di assicurare quelle equidistanze tra i reparti che fanno grande una squadra di calcio.
Questa compattezza era arrivata; se non ci fosse stata, non sarebbero mai arrivate le nove vittorie consecutive che hanno rilanciato la Paganese verso un traguardo prestigioso.
È con questo obiettivo che bisognerà affrontare le prossime gare, a partire dalla trasferta di sabato a Palma Campania.
Qui si parrà la tua nobilitate, detto alla Dante.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com