A distanza di tre anni caro popolo azzurrostellato, che avevate la bontà di seguire questa rubrica, vi ritrovo. Ogni lunedì spazierò, a modo mio, nell'approfondire i meandri della gara della Paganese attraverso varie sfaccettature. Non poteva esserci ritorno migliore sulle pagine di Paganesemania, coinciso con una bellissima e meritata vittoria degli azzurrostellati contro il forte Barletta, candidato alla vittoria finale.
Come sempre vi parlerò a cuore aperto e chi ha vissuto con me questi mesi da quel infausto 7 maggio sa bene quanto abbia sofferto. A Tivoli sono morto calcisticamente. Ieri, come nelle favole, sono resuscitato riallacciando ancora il cordone ombelicale che mi lega alla Paganese. Il calcio, come la vita, lo fanno gli uomini con i loro sentimenti e le loro azioni e ieri la tifoseria e la Paganese hanno emozionato per novanta minuti. Non sembrava di essere alla prima giornata di un campionato di Serie D, dopo un'estate tribolata dove s'è rischiato di veder svanire tutto, ma a quella di serie C dopo una campagna acquisti da sogno. Mentre da Cava a Nocera, da S.Marzano ad Angri si sventolavano ai quattro venti acquisti faraonici, quella che per 16 stagioni è stata il faro per le altre realtà dell'Agro era diventato il brutto anatroccolo. Nessun credito, nessuna speranza, acquisti con il contagocce di giovani di belle speranze.
Ecco il girone: quello più ostico e subito il calendario a gettar tutti nello sconforto con alla prima giornata il Barletta di Schelotto che deve vincere il campionato. Lo scetticismo dilagante di quest'estate, e non poteva essere altrimenti dopo le due delusioni di Andria e Tivoli, ha fatto però cementare inaspettatamente l'orgoglio e l'identità di un popolo con la sua squadra. Questo ho visto ieri al Marcello Torre.
Come se la sconfitta di Tivoli avesse lasciato un conto aperto tra tifoseria e squadra. Quella vittoria strozzata in gola tra i presenti in terra laziale e quellii a Pagani davanti al maxischermo ieri, idealmente, è stata ritrovata con tutte le sue emozioni. La Curva Nord è stata semplicemente spettacolare. Piena, zeppa, orgogliosamente al fianco dei propri calciatori che hanno sfoderato una prestazione superba con un'ora di calcio spettacolare, viste le premesse e l'avversario. Da applausi! Ma tutto lo stadio ha creato un'atmosfera che s'era vissuta poche volte negli ultimi anni avvalorata, ripeto, dal contesto e dagli obiettivi.
I Paganesi e la Paganese ieri hanno fatto pace come l'ho fatta anch'io. Ora sì! E chi poteva far fare pace a questi due innamorati? Un francese, quel francese di nome Mathieu Coquin. E' stato l'incubo ricorrente in tutte le notti di quest'estate per i tifosi della stella. Anche il mio! Ma il calcio è strano e quando la società ne ha annunciato il suo ingaggio sembrava uno scherzo, uno scherzo del destino, anche di cattivo gusto per qualcuno. A mente fredda e ragionando con razionalità lui a Tivoli ha fatto solo ed esclusivamente il suo dovere. Benissimo! Ma il tifoso di calcio non è razionale altrimenti seguirebbe il tennis.
Come nelle favole colui che ha segnato il destino della Paganese azzerando le speranze del ritorno in serie C ha lanciato un primo segnale di riappacificazione a Santa Maria di Castellabate, realizzando la rete della prima vittoria ufficiale stagionale in Coppa Italia. Troppo poco. Allora la saetta francese ha pensato che era giunto il momento di farlo dinanzi ai suoi nuovi tifosi, quelli che aveva trafitto il cuore in una domenica di maggio, la nuova "Corea" per la Paganese e realizzare il gol vittoria contro il Barletta, dopo una perfetta triangolazione con Orefice.Tutti in piedi anche per lui ed il paganese purosangue De Feo. Come nelle favole il cerchio s'è chiuso da Tivoli a Pagani nel segno di Coquin. E poi come racconta la storia anche i precedenti erano contro i pugliesi mai vittoriosi a Pagani e forse Schelotto questo avrà detto ai suoi tifosi, sotto la curva a fine gara, per giustificare la sconfitta.
Puntualizziamo. E' solo la prima partita, siamo all'inizio ed il cammmino verso la salvezza è lungo ed insidioso, ma se queste sono le premesse siamo più fiduciosi. Ieri però i paganesi hanno visto una squadra armonica, capace anche di essere lucida negli inevitabili ultimi minuti di gara quando il Barletta, per inerzia, è andato all'arrembaggio. Hanno visto una squadra che sapeva cosa fare in campo, contro una formazione lenta e compassata ma soprattutto senza idee. Sono i primi tre punti ma ieri, cosa più importante, i tifosi sono tornati a casa con le mani spellate dagli applausi ed orgogliosi della loro squadra del cuore.
Peppe Nocera - paganesemania.it
Foto: Prospero Scolpini