In un campionato che presenta poche certezze, sono arrivati tre punti importantissimi salutati con soddisfazione – come è giusto che sia – in occasione dell’incontro casalingo contro il Bitonto.
La Paganese ha giocato una partita propositiva, come una delle gare più intense della stagione, nonostante l’assenza dello squalificato Esposito in difesa; la squadra si è sistemata alla meno peggio con De Feo che oramai ha il patentino da “jolly”, atleta buono per tutte le stagioni e per tutti i ruoli.
Ecco, è bastato riaffacciarsi sul proscenio con una chiara vittoria (che va al di là del risultato risicato) per evocare qualche sogno proibito ma mai nascosto, soprattutto da parte dell’ala oltranzista del tifo organizzato. Oramai, con un buon gruzzoletto di punti raggranellati sulle squadre pericolanti, dopo essere arrivati a soli due punti dalla zona play-off, il tifoso si chiede “Dove possiamo arrivare con questa squadra?”
L’allenatore Agovino, giustamente, da navigato esperto della categoria, fa il pompiere. “Da oggi in poi troveremo tutte squadre che ci faranno dannare – dice – perché sono in tante le squadre che sono alla ricerca di punti per salvarsi.”
E allora, fine delle trasmissioni e dei sogni. Ma possiamo, onestamente, dare torto a un allenatore che a Pagani sta facendo miracoli con una banda di giovani di belle speranze? Quello che sarà, sarà. Ma questa squadra cresce e migliora soprattutto per il modo in cui affronta gli impegni.
Della partita con il Bitonto, avete già avuto dettagliati giudizi sui singoli con il pagellone stilato da Paolo Saturno. Aggiungerò solo, per completezza di informazioni, che la squadra è sembrata in salute e ha presentato il suo biglietto da visita in tante occasioni degne di maggiori fortune in zona gol.
Ci sono stati segnali rassicuranti in determinate zone del campo. Tanto per essere più specifici, sta migliorando l’intesa nella zona centrale tra Langella e Del Gesso; quest’ultimo ha trovato una sua precisa sistemazione tattica e gioca ormai da veterano non disdegnando i compiti che spettano a un mediano vecchio stampo. Tanto che la squadra, nel suo insieme, pare più armonica e funzionale. Funziona bene la fascia destra dove Setola ha trovato una giusta collocazione, non solo difensiva. Vi invito a rivedere alcuni scambi in fase propositiva tra lo stesso Setola e Mancino: i due sembrano intendersi ad occhi chiusi. Manovre che in qualche occasione hanno fatto sgranare gli occhi per la loro semplicità e che spesso hanno messo in difficoltà una difesa avversaria apparsa ben messa fisicamente. E poi quel Mancino, un diavoletto mai fermo un momento, una vera pedina in più, forse il migliore in campo in senso assoluto che ha deliziato la platea per quel suo moto perpetuo e per il suo modo di interpretare la gara.
Le note positive non arrivano solo da Mancino. Ci sono elementi che crescono e migliorano di rendimento. C’è Galeotafiore che non manca a nessun appuntamento denotando una notevole forza fisica: conferme arrivano dalla difesa come il giovane Esposito si sta facendo valere tra i pali mentre Ianniello appare sempre di più come un veterano tra i tre difensori centrali che la squadra sta schierando. Per lui solo una tiratina d’orecchi per aver lasciato in dieci la squadra in un momento assai delicato. Ma è giovane e avrà ancora modo di farsi apprezzare.
Avete ancora qualche dubbio sulle condizioni fisiche di Langella? Toglietevelo subito dalla testa: è ritornato ad essere il direttore di orchestra che ben conosciamo.
Che devo dire ancora? Forse una nota di merito deve andare anche a Coratella, semi-debuttante, lontano dal campo per infortunio; si è mosso bene e ha dato fisicità alla squadra nel momento in cui era necessario cambiare registro. Un’altra buona freccia per l’attacco che potrà essere utile alla squadra nel finale di campionato.
Dopo la vittoria con il Bitonto, credo che si possa essere più che soddisfatti del rendimento che la squadra sta offrendo a tutti i livelli. I giovani sono una risorsa imprescindibile e il loro mentore, Massimo Agovino, ha dimostrato di saperci fare. Certo, i giovani hanno i loro limiti; devono crescere, imparare il mestiere, non sempre hanno un rendimento costante; ma che volete? Sono giovani, no? Se avessero un rendimento costante, probabilmente staremmo parlando di altri traguardi. Dove sarà possibile arrivare? Non lo sapremo probabilmente mai; sono i peccati di gioventù…
Nino Ruggiero - www.paganesegraffiti.it