25.3.24

I "tiri a giro" di Iannone.

DI NINO RUGGIERO

Saprete che non è stato possibile domenica assistere alla partita Casarano-Paganese né in presenza, né tantomeno da casa usufruendo della solita diretta a pagamento. Per ovviare alla mancanza, mi sono sorbito la telecronaca registrata della partita trasmessa oggi pomeriggio da “Antenna Sud extra” che ho vivisezionato come un pignolo addetto ai lavori.

Ebbene, devo dirvi che gli azzurro-stellati per tutto il primo tempo, forti di una collaudata organizzazione di gioco, nonostante l’assenza in contemporanea di Langella e Mancino, hanno tenuto bene il campo concedendo poco agli agguerriti attaccanti avversari. Prova ne sia che Pinestro non ha dovuto compiere interventi degni di nota. La massiccia pressione territoriale dei leccesi, anzi, è stata bilanciata da una clamorosa traversa colpita da Iannone con uno dei suoi ormai proverbiali “tiri a giro”.

Finché la squadra non si è disunita, cosa che è successa nella ripresa, si è vista in campo una buona Paganese. Il primo gol, che ha cambiato, in un certo senso, le carte in tavola è stato realizzato con un fortunato tiro smorzato da Faiello e che ha messo fuori causa Pinestro. Fino a quel momento, la squadra aveva tenuto testa agli avversari riuscendo anche a esprimersi bene nelle ripartenze affidate per lo più a Faiello (dominatore assieme a Iannone della fascia sinistra nel primo tempo), ma anche a Setola e a Orefice, autori di buone prove.

Proprio nel momento in cui la squadra avrebbe dovuto invertire rotta per cercare di arrivare al pareggio, la musica è cambiata e il Casarano ha poi legittimato la vittoria sfiorando a più riprese ulteriori segnature.

Questa è la Paganese. Una squadra ben costruita, che ha un buon gioco d’assieme, che ha anche buone individualità ma che ha – inevitabilmente – dei limiti. Perché inevitabilmente? starete chiedendovi. Perché si possono fare anche miracoli nell’allestimento di una squadra (cosa che è avvenuta, tenendo conto di quanto la squadra è costata), ma alla fine i valori tecnici emergono e si fanno largo a spallate soprattutto quando a quelli intrinsechi si aggiungono anche quelli motivazionali.

La Paganese, a ben diritto, è da considerarsi nel panorama calcistico un’eccezione. È stata bene assemblata, è costata relativamente poco e ha reso pure tanto in relazione all’equazione “qualità-prezzo” di cui si è fregiata in tema di allestimento, sia nella campagna estiva che in quella invernale.

Pretendere poi di ottenere di più da una squadra di tale portata, imbottita di giovani di belle speranze, universalmente riconosciuta come compagine con il più basso tasso anagrafico di calciatori schierati, sarebbe probabilmente troppo. Può anche capitare nel calcio, ma la regola dice che i campionati si dominano quasi sempre quando si hanno squadre allestite per quello specifico scopo, Alla fine, nel caso della Paganese, se dobbiamo essere onesti, al tirare delle somme, dobbiamo convenire che la squadra non ha per niente deluso le aspettative dei più e che si è comportata meglio di quanto fosse lecito sperare.

Anche a Casarano, gli azzurro-stellati hanno dato dimostrazione di poter tenere il campo contro squadre costruite per vincere. È mancato però qualche pedina importante e una squadra così, composta da tanti giovani emergenti, non può fare a meno di schierare elementi di esperienza e di affidamento come Langella e Mancino. La mancanza dei due si è particolarmente sentita in tema di personalità e di equilibrio tattico.

Nel giorno in cui il traguardo dei play-off sembra allontanarsi, è bene ricordare che il primo traguardo, quello della salvezza, è a un passo dall’essere raggiunto. Non è molto, ma non è nemmeno poco.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it