9.4.24

Quel quid che non c’è.

DI NINO RUGGIERO

Tutto quello che si poteva fare è stato fatto. La Paganese quest’anno ha disputato un campionato onorevole fino a quando probabilmente ha capito che non sarebbe stato possibile ottenere qualcosa in più della semplice salvezza. Nel calcio non sempre è possibile cambiare programma in corso d’opera, anche se nella storia ci sono precedenti confortanti che smentiscono le regole. Successe una volta nel 1979/80 quando una squadra “arrangiata” – con Vincenzo Montefusco allenatore – smentì tutti i pronostici e conquistò la serie C. Ma siamo nel campo delle eccezioni.


La Paganese di quest’anno, non riuscendo ad andare oltre il traguardo prefissato di una tranquilla salvezza, a dispetto di una classifica generosa, pronta ad accoglierla tra le migliori squadre, si è via via smarrita e sta perdendo preziosi pezzi per strada. Ogni qual volta il calendario, confortato da buone prestazioni, mostrava spiragli di sogni di grandezza, c’è stato un sussulto, un fremito, una speranza. Niente da fare: la realtà ha sconsigliato di volare alto con la fantasia.

Le prime avvisaglie di una crisi si sono avute a Casarano, all’indomani della vittoria casalinga con la Palmese. In terra pugliese, la Paganese aveva mostrato chiari limiti nei confronti di un’avversaria costruita per vincere. Una sconfitta, soppesando il valore specifico di una squadra costata tre volte tanto, ci può anche stare. Non ci può stare però che nel turno successivo, nell’incontro casalingo con il Gravina, si possano incassare impunemente cinque gol come in un incontro amichevole infrasettimanale. Due sconfitte di seguito? Non bastano. Adesso c’è anche la terza, rimediata domenica a Martina Franca. A questo punto c’è anche da preoccuparsi per la quota salvezza che non è stata matematicamente raggiunta.

Quello che preoccupa di più quando mancano solamente quattro partite prima della fine del campionato, è il fatto che la squadra appare disarmata come un pugile suonato che attende solo il gong per chiudere l’incontro.

A Martina Franca la squadra ha subito l’iniziativa degli avversari per buona parte della gara mostrando una difesa non all’altezza delle migliori giornate. In proposito vi invito a rileggere il consueto “pagellone” risultato più severo del solito in tema di valutazione delle prestazioni dei singoli. A questo aggiungeteci pure, ma non è assolutamente una scusante, che al Martina è stato convalidato il primo gol viziato da posizione di fuorigioco grande come un casa.

Campionato strano quello della Paganese di quest’anno. Ha riconquistato una fetta di pubblico disamorato, ha dato dimostrazione di bel gioco, ha messo in luce una buona organizzazione di gioco ma è crollata come una pera cotta, proprio nel momento della resa dei conti.

Ma non è finita. Altri impegni sono all’orizzonte. La squadra lo farà verosimilmente con onore sul fronte agonistico; la società invece avrà da definire alcuni aspetti sul fronte amministrativo e dovrà farlo nei tempi e nei modi giusti per assicurare un futuro ai colori azzurrostellati.

Nino Ruggiero - paganesegraffiti.it