4.3.25

Le scuole di pensiero.

DI NINO RUGGIERO

Capitolo Paganese. Da quello che intuisco e mi sembra di capire, a questo punto del campionato, ci sono in ballo due differenti scuole di pensiero che aleggiano nel variegato cielo del tifo azzurrostellato.

La prima fa capo a chi vorrebbe sempre una squadra vincente e non sopporta più di disputare anonimi campionati interregionali dopo aver vissuto per anni i fasti di campionato nazionali in serie C e aver incontrato sul proprio cammino squadre dal passato prestigioso come Bari, Foggia, Palermo, Catania, Messina e Catanzaro.

La seconda fa capo a chi, con i piedi di piombo e conscio di mille difficoltà, non esclusa una visione estremamente pratica delle cose, ha pensato di programmare, e successivamente accettare, forse anche a malincuore, un futuro non solo agonistico, nel senso stretto della parola, che investe anche l’aspetto puramente amministrativo e societario. Da qui la rassegnazione, con una specie di patto di non belligeranza tra tifoseria e dirigenza, per dare un senso al futuro della Paganese calcio impegnata a risolvere i problemi che la vecchia società si trascina da tempo nei confronti del fisco.

Due realtà, dunque, l’una diversa dall’altra. Due modi diversi, ovviamente, di intendere il calcio locale. Da una parte chi è abituato a vedere squadre vincenti e non si rassegna a recitare un ruolo di secondo piano; dall’altra chi ha consapevolezza di dover guardare in faccia alla realtà delle cose.

Eppure, guarda caso, a un certo punto del campionato, le due anime si sono incrociate, non come due rette parallele che non si incontrano mai, perché le attenzioni comuni hanno avuto l’opportunità di convivere una stessa opportunità o realtà.

Quando, starete chiedendovi? Quando, nei mesi di novembre e dicembre, a ridosso della campagna acquisti invernale, gli azzurrostellati sono arrivati al primo posto in classifica. A questo punto, però, meglio stendere un velo pietoso su quello che poteva essere ma non è stato, senza per questo voler trovare un colpevole a tutti i costi.

Lasciamo stare quello che è stato e che appartiene ormai al passato, e non affondiamo il dito nella piaga. Non serve a nulla piangere sul latte versato; ma resta il fatto, incontrovertibile, che la squadra, nonostante gli innesti di Ricci e D’Angelo, rinforzi dicembrini, sia scivolata su una buccia di banana e ha perduto come d’incanto tutte quelle qualità che l’avevano portata a giocarsela con le migliori squadre del torneo.

L’attuale scenario è diventato preoccupante soprattutto dopo le ultime deludenti prestazioni della squadra. C’è scoramento per i tanti che avrebbero voluto tagliare i ponti con la serie D ma c’è anche l’accettazione con riserva di quelli che in fondo avevano intuito che ci sarebbe stato poco spazio nel discorso riguardante le prime posizioni di classifica.

Due anime, due scuole di pensiero che comunque caratterizzano gli inimitabili tifosi della stella.

Adesso che vogliamo fare: vogliamo continuare a rimpiangere i fasti di un tempo, o vogliamo pensare seriamente di buttare le basi per il futuro?

Bella domanda, vero?

da www.paganesegraffiti.it