22.9.25

Il fiuto del gol.

DI NINO RUGGIERO

Dunque, é andata male ad Andria. Il risultato finale lascia l’amaro in bocca alla Paganese, non tanto per una sconfitta che poteva pure essere messa nel conto, quanto per il modo con cui essa si è presentata. È bastato, infatti, un pezzo di bravura di Marquez per mettere in crisi la difesa azzurrostellata che, per la verità, ha mostrato complessivamente buoni segni di compattezza.

La differenza tra le due squadre in campo, dunque, se vogliamo, l’ha fatta la capacità dell’Andria di capitalizzare, con una prodezza individuale, tutto il potenziale offensivo. Una volta, per queste squadre, costruite soprattutto per vincere, veniva coniata una sentenza facile facile: “vince perché ha un attaccante che ha il fiuto del gol”.

Già, fiuto del gol, come se fosse facile averlo! Di questo benedetto fiuto ne parlai negli anni Settanta con Angelo Mammì, professione bomber, un piccoletto, media statura, che, tra tanti giganti di difese imperforabili, riusciva sempre a segnare, di astuzia ma anche di testa, in ogni categoria dove aveva militato.

«Il fiuto del gol – mi disse – o ce l’hai o non ce l’hai. Non si può descrivere con le parole, è una dote naturale. Quello che è certo è che non c’entra la categoria. Chi segna tra i dilettanti e ha il fiuto sotto rete, segnerà anche in categoria superiore. Di meno, certo perché le occasioni saranno di meno, ma segnerà sempre».

Ecco, fiuto del gol: quello che manca purtroppo all’attuale Paganese e che invece ha caratterizzato la prestazione dell’Andria che alla prima occasione ha fatto centro; ironia della sorte, proprio con quel Marquez che, dopo il divorzio con la Nocerina dello scorso anno, era stato vicino all’ingaggio da parte degli azzurro-stellati.

Senza gol, purtroppo, parafrasando un famoso detto popolare, non si cantano messe. E la Paganese del momento di gol ne fa pochini, per cui il risultato di ieri l’altro, così come quello di sette giorni addietro in casa nell’incontro con l’Heraclea, non deve scandalizzare più di tanto.

Ho già detto tutto quello che sentivo di dover esprimere dopo la conclusione della gara con il consueto pagellone e non mi sembra il caso di ritornarci sopra. Aggiungerò soltanto che probabilmente la squadra azzurro-stellata avrebbe anche meritato di dividere equamente la posta in palio; ma, si sa, nel calcio chi vince ha sempre ragione.

Di solito, conoscendo abbastanza il calcio, non recrimino mai sul risultato, che spesso non è lo specchio fedele dell’apparente andamento di una partita di calcio. Però, se guardo con attenzione e con spirito critico alla prestazione della squadra, devo, da un lato elogiare la prestazione complessiva, e dall’altro, guardare alle pecche che ci sono e vengono fuori soprattutto negli ultimi sedici metri, a ridosso della porta avversaria.

Ognuno nella vita conosce e pratica un mestiere. Uno dei mestieri più difficili è quello del goleador, che per innato fiuto della porta avversaria, è assai spesso determinante per venire a capo di un incontro di calcio.

Proprio nelle ultime ore, la società azzurro-stellata ha annunciato due acquisti, proprio forse perché ha intuito che la squadra avrebbe bisogno qualcosa in avanti . Si tratta di due attaccanti; di Negro, proveniente dal Savoia ma già a Pagani quando era giovanissimo e di Aprea, un ragazzo classe 2005 di cui di dice un gran bene.

Saranno loro a dare nuova linfa a un attacco che ha fame di gol? Auguriamoci che sia così.

Nino Ruggiero per paganesegraffiti.it