Che gusto c’è? Non c’è bisogno di chiederlo. Parlano i fatti, oggi amplificati con video e foto che rimbalzano sui social alla velocità della luce. Parlano le immagini che enfatizzano la gioia di una piazza intera per una vittoria presa per i capelli. È il gusto della vittoria, senza dubbio; ma pure – anzi, forse soprattutto – quello della socialità, dell’aggregazione. Quanto tempo era che non vedevamo così tante persone insieme radunate in strada dopo le 22 a Pagani? Da quanto tempo questa città ha perso l’abitudine di scendere in piazza, di incontrarsi, di parlare, di emozionarsi all’unisono? Nel cercare le ricette magiche per migliorare la vivibilità delle nostre terre, forse dovremmo ispirarci alla serata di domenica: una sera come tante ma animata da un profondo senso di appartenenza che ha trascinato in strada centinaia di persone per indirizzare applausi alla squadra di ritorno dalla trasferta di Martina Franca. C’erano gli ultras, direte voi, gli affezionati della Curva Nord, quelli che non mancano mai perché non c’è domenica senza la Paganese. C’erano loro, ma non solo; nella folla c’erano famiglie intere: uomini, donne e bambini con bandiere alla mano e sciarpe al collo, richiamati da un tam tam mediatico rimbalzato tra social e smartphone fin dal triplice fischio dell’arbitro. Perché qui, a Pagani, a dispetto della fine delle grandi ideologie e della sostanziale apatia che sembra dominare su tutto, c’è una fede che trascina e che vive, come un fuoco mai sopito, in ognuno di noi.
Domenica la Paganese ci ha fatto sentire vivi. Ci ha pensato Gatto con un gol al 93’ che è bellissimo pure se nessuno lo ha visto per colpa della nebbia. È una rete meravigliosa perché dimostra coi fatti che nulla è mai definitivamente perduto, che nei successi bisogna crederci fino in fondo, pure con la nebbia fitta che cancella la porta dalla visuale e pure nei minuti di recupero. Questa Paganese sull’argomento potrebbe tenere una lezione magistrale: un plauso alla tenuta psicologica di un gruppo giovane e ben assortito, che non molla mai e sta regalando soddisfazioni inattese e forse anche per questo ancora più belle.
Quindi Che gusto c’è? Certe situazioni bisogna viverle per capirle. Una cosa è certa: a Pagani, le parole originali della canzone di Fabri Fibra non se le ricorda nessuno. Perché qui la mia stella si illumina e il ritornello è Che bello è se la domenica la passo con te!
Quindi Che gusto c’è? Certe situazioni bisogna viverle per capirle. Una cosa è certa: a Pagani, le parole originali della canzone di Fabri Fibra non se le ricorda nessuno. Perché qui la mia stella si illumina e il ritornello è Che bello è se la domenica la passo con te!
Barbara Ruggiero per paganesegraffiti.it
