
La sintesi della sfida tra Paganese e Padova è tutta in quello che avviene al minuto numero venti della ripresa: i biancoscudati hanno da poco raggiunto il pari grazie ad un rigore più che discutibile decretato dall’arbitro Barletta di Bernalda. Rabito calcia a rete, Di Nardo, in posizione evidente di fuorigioco, tocca il pallone tanto da rendere nulla la segnatura. Il biondo numero dieci veneto si mette le mani tra i capelli, così come parecchi sui compagni quando il guardalinee Posado di Bari alza la bandierina segnalando l’irregolarità della rete. Il direttore di gara sembra prima annullare, poi invece concede il vantaggio al Padova. E’ il momento della confusione totale sul rettangolo verde. Il presidente della Paganese, Raffaele Trapani, invita i suoi a lasciare il campo. Vuole ritirare la squadra in segno di protesta. Momenti concitati, i calciatori non sanno se andare negli spogliatoi oppure rimanere al loro posto. Il tecnico Chiappini e qualche altro inducono il patron a cambiare la propria intenzione. Dopo cinque minuti di caos, il Padova può esultare perché la palla è nel cerchio di centrocampo. La rete, secondo Barletta, è valida. Le proteste proseguono. Il match finisce praticamente lì.
«Dopo questi episodi, sto pensando seriamente di ritirare la squadra dal campionato. Non so neanche come abbiano fatto a convincermi di non farlo già durante la partita. Non posso più garantire l’incolumità degli arbitri, visto che sono oggettivamente responsabile di quanto avviene anche all’esterno dello stadio. Lo voglio dire a chiare lettere». E’ questa l’unica frase del presidente Trapani al termine di un incontro che ha suscitato accese polemiche. E’ un presidente arrabbiato, amareggiato ma lucido nella sua analisi. Fuori, infatti, tanti sostenitori attendono l’uscita del direttore di gara. I carabinieri, per evitare problemi, decidono di farlo allontanare a bordo di un loro mezzo evitando che qualcuno possa riconoscerlo. Solo intorno alle 19 ritorna la calma.
Il sindaco di Pagani, Alberico Gambino, rincara la dose:«Sono molto rammaricato. Sembra di assistere ad un film già visto. Questi episodi fanno pensare ad un calcio sporco, in malafede. Non consento che nella mia città vengano perpetrati questi furti, perché di furto si è trattato. Il ritiro della squadra dal campo? No, è stato giusto continuare, altrimenti oltre al danno avremmo subìto la beffa. Meno male che Trapani è tornato sui suoi passi. Di sicuro dalla mia persona partirà una denuncia alla Procura della Repubblica su quanto successo oggi. Forse queste sono partite truccate, condizionate da fattori esterni che con lo sport e il calcio nulla hanno a che fare».
Giuseppe Della Morte