La vittoria c’è stata, com’era auspicabile, ma ha lasciato le cose di classifica così come stavano, se non peggio. La contemporanea vittoria del Verona a Monza, infatti, ha guastato il bel pomeriggio vissuto al “Marcello Torre”. Tre punti di questi tempi per una squadra come la Paganese rappresentano un grosso bottino; ma l’amaro calice della sorpresa finale di marca veronese è venuto a rovinare il fegato di tanti appassionati che già pregustavano di abbandonare definitivamente l’ultima posizione in classifica in condominio con il Verona. Le sorprese nel calcio, si sa, sono sempre dietro l’angolo e non bisogna meravigliarsi più di tanto della vittoria scaligera a Monza, in casa di una squadra, cioè, che non aveva più niente da chiedere al campionato. Piuttosto sarà bene mettere subito in archivio la preziosa vittoria di oggi e pensare da subito al futuro; tanto per essere più chiari, alla trasferta di Busto Arsizio contro una Pro Patria risucchiata in piena zona play-out da una sorprendente e vigorosa Ternana.
Ma voi volete sapere soprattutto della partita con il Venezia. Che dire? Una gara cominciata bene con un gol a sorpresa di Fusco e proseguita anche meglio dopo il gol di Cantoro nei primi minuti di gioco. Due a zero e partita a questo punto da considerare quasi chiusa. Ma la Paganese non è squadra abituata ad essere in vantaggio per due a zero dopo appena otto minuti e – vedete come è strano il gioco del calcio – quasi si disorienta consegnando il pallino del gioco agli avversari. Con un Venezia padrone del campo dal quarto d’ora in poi, la Paganese dovrebbe far leva soprattutto sul contropiede; ma la manovra è lenta, prevedibile. Il Venezia proprio non ci sta a recitare la parte della vittima sacrificale e propone buone trame a centrocampo con un superlativo Ezio Brevi che è uomo dovunque e faro indiscusso del gioco veneto. Inevitabile arriva allo scadere del tempo il gol che potrebbe riaprire la partita su azione di calcio d’angolo con una difesa locale assolutamente imbambolata.
Nella ripresa, Miggiano inserisce Scarpa in avanti tirando fuori uno spento Cossu e se non altro la squadra mostra di poter ribattere colpo su colpo alle iniziative sempre più pressanti ed insistenti del Venezia. Ma Scarpa, pur attivo e voglioso di fare bene, non è l’attaccante della prima parte del campionato. Inoltre viene schierato ancora una volta come punta centrale a fianco di Cantoro, anziché sulla fascia sinistra dove riesce quasi sempre a fare la differenza. Ci pensa Cantoro però a mettere la parola fine alla gara e con poderoso sinistro ad incrociare gonfia la rete di Lotti. E’ fatta. Si può e si deve ancora sperare.
NINO RUGGIERO
- Cronache del Mezzogiorno