21.5.08

Josè il giustiziere: a Pagani servono solo uomini veri (La Provincia di Lecco).



LECCO - L’uomo della provvidenza. José La Cagnina
nella sua permanenza in bluceleste ha sempre
e solo segnato gol “pesanti” quasi tutti, tra l’altro,
siglati in piena zona Cesarini: l’anno scorso,
a Nuoro e contro la Torres siglò il 2 a 1 al 90’. Con
la Sanremese segnò il primo gol e confezionò l’assist
vincente per il secondo (di Cortese). Quest’anno
ha regalato al Lecco il gol decisivo contro il Legnano
e quello, importantissimo, contro la Paganese.
Il tutto partendo, almeno in questa stagione,
quasi sempre dalla panchina.
La Cagnina cos’ha pensato quando è entrato al
17’ della ripresa sullo 0 a 0?
«Ho pensato subito di poter fare gol. Ho avuto
un’occasione molto bella di testa ma
la palla è finita fuori di un soffio...
Comunque ho pensato solamente
a far bene: l’importante, fossi stato
io o un altro, era segnare. Anche perché
era una partita da vincere a tutti
i costi».
Cos’ha provato dopo il gol?
«Una gioia immensa. Sono andato
verso i miei compagni della panchina
e gli ho dedicato il gol perché se
lo meritano tutto. Anche dalla panchina
si soffre. Per gente che si allena
al massimo e non parte dall’inizio è giusto gioire
anche per interposta persona…».
Il gol è sacrosanto, per com’è andata la partita.
Peccato sia stato un po’ rocambolesco...
«Loro si sono lamentati molto, ma io, nella foga,
non mi sono nemmeno accorto di quanto successo.
A me interessa solo che la palla sia entrata. Parleranno
le immagini, non voglio commentare. Aggiungo
solamente che la sfera era metà e metà, tra
petto e braccia. Ho fatto un movimento scomposto
che può far pensare che abbia preso il pallone
con la mano come accaduto a Savoldi a Verona.
Lì ci hanno penalizzati. Domenica no».
Fino al suo ingresso il Lecco aveva creato molto
ma concretizzato poco, no?
«Qualcosa di più meritavamo anche prima del
mio ingresso. Se c’era una squadra che doveva
vincere era solo la nostra: loro hanno avuto solo
una palla gol in tutta la gara. Per loro strappare
uno zero a zero poteva essere il massimo».
Gli azzurrostellati hanno già dichiarato che l’1
a 0 firmato da La Cagnina non basterà nel ritorno,
cosa ne pensa?
«Loro fanno forza sullo stadio di Pagani ma questo
gol ce lo vogliamo tenere stretto e faremo di
tutto per portarci a casa questa salvezza».
C’è chi pensa che l’ambiente esterno sarà caldo,
caldissimo…pure troppo...
«È normale che un po’ di timore ci sia, però non
credo che la partita si risolva fuori dal campo. Essendo
una partita di calcio, non ho nessun timore.
Dobbiamo essere consapevoli di essere più forti.
Se saranno loro più forti, sul campo, si salveranno
loro, lo ripeto. Non voglio pensare ad altre
cose. E poi loro sono stati trattati con
i guanti, per cui non mi aspetto nulla
di male».
Percentuali di salvezza?
«Cinquanta e cinquanta. Tutto dipenderà
da quanta voglia avremo di
portare a casa il risultato: altrimenti
tutto quel che abbiamo fatto l’anno
scorso finirà all’aria. Il Lecco merita
la C1. Una cosa sia chiara, però:
chi ha paura, alzi la mano e si chiami
fuori. A Pagani solo giocatori e
uomini veri».
È forse mancato il tifo che si si aspetta, Ultrà a
parte?
«Non ci si può aspettare molto dopo una stagione
così. Però i nostri tifosi erano pochi ma buoni.
I migliori che ci hanno sempre seguito. E speriamo
che ci seguano in tanti a Pagani dove avranno
di fronte 5-6mila tifosi avversari».
Sa di essere ormai l’idolo dei supporters blucelesti?
«No, non lo so. Se fosse vero ne sarei felice, ma
d’altronde quando sono in campo, a prescindere
da tutto, cerco sempre di dare il massimo e forse
è per questo che sono visto bene dalla gente di
Lecco. Dimostrando quel che ho dentro, dalla rabbia
di star fuori alla voglia di vincere, dimostro di
essere un professionista vero. C’erano state incomprensioni
da parte dei tifosi l’anno scorso, nella
prima parte del torneo, ma l’avevo detto: da gennaio
in poi sarei stato un giocatore diverso».
Marcello Villani