22.9.08

Benevento, il derby all’ultimo secondo (Il Mattino).



Paganese sconfitta nel recupero da un gol di Castaldo. Tafferugli a fine partita: contuso un agente.

GIANNI DE BLASIO Benevento. Un colpo di genio del duo Bueno-Castaldo e la Paganese va al tappeto, lanciando il Benevento alle spalle delle tre battistrada. Il derby, che tornava dopo quindici anni (l’ultimo, nel ’93 in serie D, fu vinto 4 a 1 sempre dagli stregoni) si decide quando manca qualche attimo al triplice fischio dell’ecumenico Ruini. Una manciata di secondi ed Eziolino Capuano avrebbe confezionato un altro capolavoro al Santa Colomba, laddove ha già dato dispiaceri cocenti ai sanniti. L’allenatore di Salerno conosce come pochi l’arte di imbrigliare gli avversari. Ed anche ieri, con la Paganese, ha evidenziato questa sua prerogativa, non per niente il Benevento di Papagni non è che avesse legittimato quella superiorità tecnica che il mercato estivo gli ha accreditato. Gli azzurrostellati di Pagani si sono schierati con il risaputo 3-5-2, sistematicamente trasformatosi in 5-3-2 allorquando erano i giallorossi a portare l’offesa. Spesso rintanata nella propria metà campo, la Paganese ha demandato all’erculeo Ferrero il compito di fare da guastatore, ed il centravanti ha saputo esaltare la sua fisicità nel mentre Lasagna, match winner contro la Pistoiese, è apparso alquanto evanescente. I giallorossi, pertanto, finivano per smarrirsi nella fitta ragnatela di centrocampo tessuta da Capuano, per cui il gioco finiva per risultare monocorde: lancio lungo per Gigi Castaldo sperando che Clemente riuscisse a profittare dei suoi appoggi e dei varchi che il compagno è capace di creare. Auspici vani, prima perché Castaldo è stato francobollato con applicazione certosina da De Giosa, cui hanno dato una mano sia Taccola e, a volte, pure Chiavaro. Nel tentativo di sopperire all’inferiorità numerica nella zona nevralgica, Papagni ha arretrato spesso Clemente che, però, perde gran parte della sua pericolosità allorquando agisce lontano dalla zona calda. Schierato, invece, in posizione più avanzata rispetto allo scorso anno Carmelo Imbriani, peraltro all’esordio dal primo minuto. Esentato dagli affannosi recuperi, il capitano ha gettato sul piatto della bilancia la sua tecnica e qualche duetto con Castaldo ed ha portato lo sconquasso nella retroguardia salernitana. Peccato che lo stranito Palermo - si era al 35’ - abbia centrato l’impresa di divorarsi un gol a porta vuota, alzando la sfera servitagli su un piatto di platino da Imbriani. E che l’opposizione paganese potesse essere sbaragliata soltanto con qualche giocata di alta scuola lo si è visto pure in occasione della prodezza balistica di Tesser nel corso della ripresa, quando il brasiliano ha sparato un fendente che ha incocciato in pieno il palo lontano. Per il resto, il Benevento aveva sparso solo tanta delusione fra i propri tifosi, che hanno arricciato il naso a fronte di tanta impotenza. Ad un primo tempo discreto è seguita una ripresa scialba, né l’innesto di Statella per Imbriani ha elevato la qualità del gioco. Tesser in luogo di un Palermo, rimasto fin troppo in campo, ha regalato almeno il sussulto già descritto. Finalmente, quando mancava meno di un quarto d’ora, Papagni ha esentato l’inconsistente Clemente a beneficio di Bueno, andato a posizionarsi da prima punta. Ed ecco, al 3’ di recupero, il classico coniglio dal cilindro: solito lancio lungo dalla difesa, Ignoffo per Castaldo, sponda di testa per Bueno sulla sinitra, immediato il controtraversone basso con Castaldo lesto a tramutare in oro zecchino un regalo ormai insperato. Capuano pietrificato, dal suo ex allievo nella Juve Stabia non si aspettava più un simile tiro mancino. A fine gara una decina di tifosi paganesi si sono scontrati, nel piazzale dello stadio, con un gruppo di sostenitori giallorossi. C’è stato un lancio di sassi e un agente è rimasto ferito a una gamba con una prognosi di cinque giorni.