7.4.09
Giorno drammatico per l'ex Giancarlo Petrocco.
I familiari del portiere sono di L’Aquila: danneggiate le loro case.
ANTONIO DI MARTINO Cava de’ Tirreni. Il terremoto ha colpito anche in casa Cavese. La truppa degli abruzzesi troppo folta per non tenere tutto l'ambiente in apprensione. Ieri alla ripresa degli allenamenti la tensione si respirava dovunque, nello spogliatoio e in campo. Due aquilani, un pescarese, un teramano, tutti col fiato sospeso per le notizie che giungevano dalla terra d'Abruzzo così duramente colpita dal terremoto. Il portiere Giancarlo Petrocco è partito in tutta fretta nel primo pomeriggio di ieri. A L'Aquila ha il papà e la mamma nel cuore del centro storico. Ha patito le pene dell'inferno per riuscire a mettersi in contatto con i suoi. E alla fine ce l'ha fatta. I suoi sono salvi, scampati alla distruzione. Ma l'abitazione paterna è inagibile. In casa Cavese grande solidarietà e disponibilità per aiutare il calciatore. Lui ha preferito mettersi subito in macchina, insieme alla sua metà per raggiungere L’Aquila e abbracciare i genitori e i familiari. Probabilmente li porterà con sé a Cava nelle prossime ore per una sistemazione meno provvisoria di quella che si sta provando a dare in Abruzzo a decine di migliaia di sfollati. Altrettanto tumultuose le ore passate ieri mattina da Marco Onesti, il preparatore dei portieri biancoblù. Lui ha nel capoluogo abruzzese la moglie e la figlioletta. Naturale il suo stato d'animo e la tensione che traspariva nel suo volto alla ripresa degli allenamenti. Ma per fortuna è riuscito subito a parlare al telefono con i suoi cari e a tranquillizzarsi. Partirà questa mattina all'alba per abbracciarli e per portarli a Cava dove da questa estate ha trovato sistemazione. Il direttore sportivo Nicola Dionisio ha spiegato. «Marco e la sua famiglia vivono a Paganica, una delle frazioni più colpite dal terremoto. Ho saputo che la sua proprietà è stata gravemente danneggiata. Lui e Giancarlo questo giorno non lo dimenticheranno». È passato in sordina il ritorno al lavoro ieri pomeriggio. Come anche il lungo elenco degli infortunati. «Acciacchi che saranno valutati meglio nelle prossime ore- dichiara Andrea Camplone- Soprattutto sono le condizioni di Antonio Schetter a preoccuparmi. Anche se solo dopo l'ecografia delle prossime ore ci dirà se sarà o meno recuperabile in tempi brevi». Anche Andrea Camplone è visibilmente teso per quello che sta succedendo alla sua terra. «La provincia dell'Aquila è in ginocchio e quello che sto vedendo in televisione- ammette l’allenatore di origini pescaresi- mi rattrista. Sono di Pescara e di una zona fortunatamente lontana dall’epicentro. Ma ho chiamato all’alba, appena ho sentito i primi lanci di agenzie mia moglie per sincerarmi di persona delle sue condizioni e di quello che stava succedendo». Fa parte della truppa degli abruzzesi anche Daniele Scartozzi. È della provincia di Teramo, di Bellante, sul versante orientale dell’Appennino Abruzzese. «Il terremoto si è sentito benissimo dalle mie parti ma senza per fortuna né danni alle persone né alle abitazioni- racconta Daniele- ma i fratelli aquilani hanno invece pagato molto cara la furia della natura. Sono molto rattristato e addolorato per quelle scene che stanno inondando le televisioni in queste ore di grande lutto per l’Abruzzo».
Il Mattino