Espulso Zeytulaev ad inizio ripresa, la Paganese spinge ma la difesa regge.
dal nostro inviato
PIERPAOLO MARCHETTI
PAGANI - Su una cosa non ci sono più dubbi. Il Pescara di Cuccureddu sa soffrire. Strappa un punto prezioso a Pagani (0-0) mostrando per intero le proprie nuove qualità. Gioca benino e amministra senza problemi fino a quando l’arbitro glielo consente. Poi, quando Merchiori di Ferrara sceglie di orientare la gara in favore dei padroni di casa espellendo Zeytulaev, attinge a piene mani dalle proprie risorse di coraggio, rabbia e forza di volontà. E il punto di Pagani potrebbe avere ancora più valore se domani la Corte di Giustizia annullerà l’assurda penalizzazione di 3 punti per il caso-Fortunato. Cuccureddu deve rivedere in extremis piani della vigilia. Una brutta congiuntivite mette ko Diliso. Dunque salta l’esperimento di Zeytulaev dietro la punta. Camorani torna a fare il terzino, l’uzbeko sta sulla sinistra e alle spalle di Simon viene confermato Laens. La squadra di Capuano sta tutta dietro la linea della palla e lascia fare, aspettando la ripartenza giusta. E’ il Pescara che prova a fare la partita fraseggiando con applicazione. Gli esterni si accentrano, liberando le corsie per i terzini che salgono creando la superiorità numerica. Ma la propensione all’azione manovrata non si concretizza in occasioni da rete. Ci vorrebbe un po’ di ritmo, ma vista la cappa di caldo umido che opprime lo stadio di Pagani, è meglio non rischiare di rimanere con il serbatoio vuoto. Un problema che riguarda anche la Paganese che tra l’altro, dopo aver sbancato Perugia, non ha l’assillo di vincere a tutti i costi. I padroni di casa mettono subito in chiaro che non accettano scherzi. Taccola piazza i gomiti in faccia a Laens e tra i due (con l’intervento di Indiveri) ci saranno scintille. L’arbitro fa capire già dai primi interventi che lui non va in cerca di guai. E allora è quasi inevitabile che il primo tempo scorra via senza emozioni. La Paganese cerca la testa di Zarineh con lanci lunghi e prova a sfruttare l’estro a la velocità di Fanasca sulla sinistra. Troppo poco.
L’arbitro, si diceva, non vuole problemi. Ma in questi casi sarebbe meglio non farsi notare. Invece il direttore di gara decide di ergersi a protagonista espellendo Zeytulaev al 48’ per un intervento che a stento avrebbe meritato il calcio di punizione. Una beffa per l’uzbeko che qui era stato espulso anche l’anno scorso col Verona. Un fischio che cambia l’inerzia del match. In dieci infatti, il Pescara sbanda terribilmente per un quarto d’ora. Si salva per un miracolo di Indiveri su Chiavaro e per due o tre errori clamorosi (Zarineh e Iraci) ma piano piano ritrova un assetto solido. Nel finale si rivede anche Romito. Si soffre, si trema per qualche pallone che fischia nell’area. Ma alla fine il punto è meritato.
Il Messaggero