9.6.09
Per il bomber De Angelis è derby Cavese-Paganese.
Maurizi e Palumbo vogliono la punta.
FILIPPO ZENNA Adesso è l'attaccante dei desideri, ora tutti ne tessono le lodi e non potrebbe essere altrimenti dopo la formidabile stagione appena archiviata (19 gol in una squadra, il Melfi, che ne ha realizzati complessivamente appena 39). Il re dei bomber della seconda divisione, Gianluca De Angelis, quasi non sa più come orientarsi: Palumbo lo vuole a Pagani, Maurizi desidererebbe schierarlo nel tridente offensivo della Cavese e l'asta al rialzo viene alimentata dall'interesse di altri club prestigiosi, non ultima la Juve Stabia pronta a ripartire da un figlio di Castellammare per riconquistare ciò che ha perso sul campo. Adesso è l'uomo mercato e qualsiasi operatore ne riconosce le enormi doti tecniche indicandolo come il grande affare della nuova stagione. Ma chi davvero può fornire indicazioni dettagliate e vantarsi d'aver scommesso su di lui quando quasi se ne erano perse le tracce è Ezio Castellucci, ex allenatore della Cavese e talent-scout di indiscutibile valore. Correva l'estate del 2004 quando l'allenatore siciliano, all'epoca sulla panchina del Gubbio, puntò quasi ad occhi chiusi sull'attaccante di Castellammare: «Era reduce da un grave infortunio, rischiava di uscire fuori dal giro, ma io ero affascinato dalle sue qualità e non esitai un solo istante a dare l'ok alla società per il tesseramento. Grazie a lui arrivammo ad un passo dai play-off e da quell'anno ho sempre cercato di portarmelo dietro in qualsiasi avventura». Castellucci non ha dubbi: «De Angelis è pronto per il grande salto» ed alimenta la sua convinzione con una dettagliata scheda tecnica: «L'unico piccolo limite ce l'ha nel gioco aereo non avendo una struttura fisica imponente. Ma è un vero e proprio animale dell'area di rigore e grazie all'esperienza ed alla malizia conquistate sul campo ha superato anche quelle piccole insicurezze che prima lo frenavano: adesso non ha più paura di nulla». «Tecnicamente - continua Castellucci - è fenomenale: usa con disinvoltura destro e sinistro, ha un controllo di palla eccezionale, nell'uno contro uno è disarmante ed attacca la profondità con un'intelligenza che in pochi altri ho ritrovato. Fa dei movimenti stupendi prima in orizzontale poi in verticale ed appena le difese si alzano un pochettino le brucia in progressione. Sa adattarsi anche spalle alla porta e giocare per la squadra». «Ma - il consiglio di Castellucci - se gli mettono davanti un attaccante grosso che riempie l'area e gli dà opportunità di dialogo diventa una seconda punta dall'istinto offensivo micidiale».
Il Mattino