Rosa ampia e scelte non più obbligate per Fusi. Le alternative tattiche non mancano. Il saper cambiare pelle in corsa può diventare l’arma in più.
Giovane, spregiudicato, robusto in tutti i settori e capace di adattarsi a qualsiasi soluzione tattica. E’ questo il Foligno di oggi, soprattutto dopo le ultime operazioni di mercato che hanno portato la rosa a 26 unità. Un numero forse maggiore rispetto a quello indicato da Fusi, che mai si sarebbe immaginato di poter contare su 4 portieri. Ma così è, anche se per Conti e Ripa potrebbe presto delinearsi una rescissione consensuale del contratto che possa mettere fine alla paradossale situazione. Ora l’allenatore biancazzurro può scegliere con serenità, dato che gli ultimi arrivati hanno caratteristiche tali da poter essere impiegati all’occorrenza in ruoli diversi. Come nel caso di Sciaudone, uno che non ha problemi in mezzo al campo o di Calderini, che nasce trequartista ma che da esterno sinistro riesce sempre a puntare la porta avversaria. Anche l’ex Samp Calzolaio è un centrale puro, ma in una difesa a quattro può indifferentemente agire da esterno. Aumenteranno quindi i ballottaggi, con la sana concorrenza che non potrà che fare bene. E con una Paganese con il dente avvelenato in arrivo, ecco che potrebbero sorgere i primi duelli per la maglia da titolare. Oggi come oggi l’undici di riferimento è fatto, anche se Sciaudone e Da Dalt insidiano Gallozzi e Giacomelli, i baby che più di tutti hanno sorpreso positivamente nelle prime due di campionato. In attesa di valutare le condizioni di Guastalvino (la più grande spina di Fusi) proviamo a mettere in campo il Foligno con due formazioni diverse. Partendo da quella più accreditata e collaudata, con Rossini in porta, Pencelli, Gregori, Guastalvino e Rossi in difesa, Gallozzi, Borgese e Castellazzi a centrocampo e tridente offensivo con Giacomelli, Virdis e il cobra Cavagna. Nell’altra, invece, con Tomassini in porta è ipotizzabile una retroguardia con Nori e Lispi esterni e Di Paola e Calzolaio al centro. Centrocampo con Furiani nel mezzo, Cavitolo a sinistra e Sciaudone a destra, mentre sul fronte offensivo spazio a Da Dalt, Turchi e Calderini. Naturalmente i “vecchietti” Turchi e Furiani si trovano solo di passaggio tra le seconde linee per via degli infortuni, anche perché per Fusi saranno loro gli “acquisti” più importanti della stagione. E non dimentichiamoci poi gli uomini della panchina e precisamente gli altri baby della Berretti Urbanelli e Micanti, che il trainer dei falchi continua a tenere sempre in considerazione. Il tutto sempre riferito al 4-3-3 di base, schema che sembra fatto apposta per esaltare le qualità della truppa. E subito nasce un interrogativo: ora che le scelte non sono più obbligate ci sarà anche la possibilità di vedere un Foligno tatticamente diverso rispetto a quello che si è ben comportato nelle prime due giornate? Domanda che vale un milione di dollari, anche se tra le righe lo stesso Fusi qualcosa ha fatto intendere. “Dipenderà dall’avversario di turno, dal suo modo di giocare e quindi di disporsi in campo”. E qui entrano in gioco altri moduli, a partire dal 4-2-3-1 intravisto a Crema, o il più prudente 4-4-1-1 o addirittura il 4-3-2-1 quando ci sarà da sfondare i bunker ospiti. In sintesi: una squadra che dovrà per forza di cose essere brava cambiare pelle in corsa, passando con facilità da uno schema all’altro, così come richiede la partita. Che sappia muoversi con armonia, con gli esterni (vitali nel gioco di Fusi) costretti a ripartire e a tamponare. La forza di un collettivo si misura anche da questo, dall’interscambialità dei ruoli e dalla facilità di occupare ogni parte del rettangolo verde. Siamo ancora alle prime battute e le cose da fare sono tante, a cominciare dall’inserimento degli ultimi arrivati nei nuovi meccanismi. Ma i segnali sono stati forti e questo fa ben sperare. Buon lavoro, giovane Foligno
Maurizio Muccini - Corrieredellumbria.it