Il campionato della Paganese è già ad un bivio. Sembra paradossale dopo soli sette turni ma è la pura verità. I numeri impietosi parlano chiaro, squadra ultima in classifica senza aver assaporato ancora il dolce gusto dei tre punti e con tanti problemi sul groppone che pesano non poco, così come le cinque sberle subite a Varese in una trasferta infausta. Una domenica da incubo da cui bisogna risvegliarsi ed alla svelta. Un primo colpo è stato assestato con l'addio(?) del direttore generale D'Eboli che ha annunciato le sue dimissioni dopo sei anni e mezzo di gioie e dolori dietro la scrivania della Paganese. Il punto interrogativo però induce ad una riflessione. Riesce difficile immaginare che in un momento così delicato D'Eboli abbandoni la barca, più facile pensare al tentativo di dare una scossa all'ambiente ed alla squadra soprattutto, dimostratasi fragile tecnicamente e psicologicamente in campo. La storia di Palumbo, dei suoi desiderata e delle sue imposizioni regge fino ad un certo punto. Se tutti gli allenatori volessero solo calciatori di propria conoscenza, la figura del ds o dg, che dir si voglia, sarebbe priva di ogni valenza. Non è il caso di trovare colpe e colpevoli ma la complicità dello staff azzurro in questo fallimento iniziale non si può nascondere. Un progetto serio e duraturo non è stato mai posto in essere dalla società che ha sempre rivoltato come un calzino l'organico ad inizio estate. Inutile sottolineare che le difficoltà economiche di una piccola realtà sociale come quella di Pagani e la Paganese le conosciamo tutte ma ci sembra poco per sgravarsi da responsabilità. Più semplice ammettere i propri errori, mi verrebbe da dire orrori, commessi, voltare pagina e non gettare benzina sul fuoco delle polemiche che non portano da nessuna parte. D'Eboli ha amato, ama la Paganese e la tifoseria l'ha sempre riconosciuto, così come gli addetti ai lavori. Le critiche al suo operato sono legittime e condivisibili in pieno, d'altronde i risultati parlano chiaro e l'attuale situazione di classifica non possono smentire il nostro pensiero. Bene ha fatto il presidente Trapani a fare mea culpa ed a prendere in mano le redini del giocattolo per strigliare chi di dovere. Alle porte c'è una sfida delicatissima da vincere a tutti i costi per spazzare via il vento della contestazione che aleggia minaccioso sulla Paganese. Fino ad oggi c'è stato un atteggiamento di distacco che fa male, una sorta di rassegnazione ad un destino che sembra già segnato. Figuracce come quelle di Varese non sono più tollerabili. Dove non ci si arriva con le gambe e con la testa ci si arriva con il cuore, lo tengano ben presente i calciatori. Vietato sbagliare contro il Viareggio. Vincere, solo vincere darà un senso a tutte queste tribolazioni. Speriamo bene e continuiamo a sostenere la magica stella. Avanti verso la salvezza.
Francesco Pepe per Paganese.it