29.11.09

Pessima prestazione del Pergocrema a Pagani, che esce umiliato dal confronto con il fanalino di coda.

PAGANI. – Cristo si è fermato a Eboli. Cinquanta chilometri più in là, zone aride e depresse. Lo sosteneva Carlo Levi narrando il suo esilio in terra lucana. Eboli era il capolinea della civiltà, dove finivano la loro corsa strade e treni. Poi la desolazione.
Oggi, invece, Cristo si è fermato a Crema, abbandonando al suo destino un Pergo imbarazzante. Pagani, cinquanta chilometri più in qua, è il capolinea della formazione gialloblù, che ha raschiato il fondo senza trovare mordente, idee, sé stessa. Troppo brutta, questa squadra, per essere vera; però è pesante anche la sconfitta, e il risultato è purtroppo tremendamente reale.
Una buona occasione, nel calcio come nella vita, si presenta sempre. Il problema è saperla riconoscere e non sempre è facile. La buona occasione al Pergocrema poteva capitare oggi, e non sarebbe stato un azzardo pronosticarla. Dopo il successo di domenica scorsa al Voltini, il match contro il fanalino di coda giungeva propizio per sbattere le ali e salire di un altro gradino in classifica. Invece il Pergo non ha saputo riconoscere la buona occasione e, angosciati e storditi, ci ritroviamo ora a fare i conti con una sgradevole ignavia che non lascia intravedere nulla di buono neppure per il futuro. Di fronte ad una prestazione così impalpabile e insipida, non ci sono attenuanti, mentre c’è un pensiero per quei tredici “pazzi” cannibali che in poco più di un giorno consumeranno venti ore di viaggio a bordo di un pulmino per essere stati testimoni di questa maledetta trasferta nel profondo sud. Partiti con il cuore colmo di illusoria fiducia, rientreranno con l’animo indignato di chi si è sentito tradito. Quantomeno le nostre scuse, sebbene non potranno mitigare la rabbia, non sono di prammatica, ma sincere.
Il Pergo non è mai stato in partita e già nel primo tempo la Paganese ha fatto barcollare la difesa avversaria. La differenza l’ha fatta la fame, che si traduce nella filosofia di gioco aggressiva ed aspra implicita nel Dna della formazione campana, rispetto agli arzigogolati ricami dei cremaschi. Eppure, anche il Pergo, classifica alla mano, avrebbe dovuto essere ispirato dallo stesso forte desiderio, affrontando l’incontro con un piglio agonistico assai più determinato di quanto ha mostrato di saper o di voler fare, per saziare quel bisogno di punti che non può ignorare.
Qualche nuvola si addensa nel cielo sopra Pagani, ma la temperatura è comunque accettabile (15°) quando le due squadre fanno il loro ingresso in campo. Lo stadio “Marcello Torre” è dedicato all’ex presidente della Paganese. Eletto sindaco della cittadina nel 1980, l’11 dicembre dello stesso anno venne assassinato per essersi opposto alle infiltrazioni camorristiche nelle procedure di assegnazione dei primi appalti di ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia. Come mandante dell’omicidio fu condannato all’ergastolo il boss Raffaele Cutolo.
Mister Bonazzi deve rinunciare a Beppe Le Noci e alla fine l’assenza del bomber si avvertirà: la difesa più vulnerabile del girone, infatti, esce imbattuta. Anche questo è un ulteriore allusivo segnale delle difficoltà offensive dei gialloblù. Al suo posto viene schierato Tarallo. Per il resto, è confermata la formazione vincente impiegata contro il Monza.
I primi minuti sono ingannevoli. Infatti, già al 2’ il Pergo si presenta in area di rigore avversaria: Galli calibra l’assist per Uliano, il quale calcia prontamente a rete, ma in modo debole facilitando l’intervento di Melillo. Poi cominciano a calare le tenebre sul gioco cremasco. La Paganese sta carburando e ancora non scopre la velocità e la proverbiale forza fisica che ci si attendeva sin dalle prime battute, favorendo al momento la gestione della gara da parte del Pergo, che tuttavia non produce manovre briose e insidie particolari.
In attesa che esploda la formazione di casa, quasi con diffidenza i gialloblù rimettono il naso dalle parti di Melillo: Florean, al 19’, vince un contrasto sulla fascia destra e catapulta in area un traversone sul quale né Tarallo, né Degano arrivano con puntualità all’impatto con la sfera. L’azione prosegue e ci prova Uliano, con un tiro dalla distanza, a sorprendere il portiere locale: la destinazione del pallone è da dimenticare.
La Paganese intanto accumula calci d’angolo. Al 27’ è già a quota sette: qualcosa vorrà pur dire sulla pressione che monta dalle parti dei padroni di casa. I quali, al 32’, recriminano per un presunto fallo in area che avrebbe commesso Di Bella ai danni di Izzo. Al 35' le proteste si spostano sul versante opposto: Tarallo controlla il pallone in area e sul contrasto di Castaldo cade a terra, invocando l’indulgenza dell’arbitro, che fa proseguire.
Si prosegue stancamente, sino al 45’. Punizione battuta da Guerci sulla destra, all’indirizzo di Brambilla, il quale crossa dalla trequarti servendo, al limite dell'area piccola, Florean: incornata indisturbata, ma imprecisa e la ghiotta occasione svanisce nel nulla.
Dal nulla arriva, in sala stampa, una hostess con vassoi colmi di pasticcini: è il miglior affondo del primo tempo al “Marcello Torre”. E giù, come satrapi, a mettere qualcosa tra i denti e riempirsi lo stomaco di crema chantilly. Qualcosa, almeno, ci portiamo a casa.
Tra i denti, nella ripresa, perverranno invece tre montanti da parte della Paganese che faranno smarrire il sorriso all’entourage gialloblù. Già l’inizio mostra un Pergo barcollante. Al 2’ Di Bella serve involontariamente Ibekwe, il quale, ingrato, ciabatta malamente la conclusione vanificando il regalo. Un minuto dopo è Lasagna a mangiarsi un’altra occasione, e la sirena dell’allarme in casa cremasca fischia per la seconda volta.
A forza di provare da una parte, e a forza di restare svogliati dall’altra, fatalmente arriva il vantaggio della Paganese. Su punizione al 10’ di Sciannamè, battuta all’altezza della linea di fondo campo, Maisto giganteggia in area e di testa mette la sfera dove Colombi non può arrivare. Neppure il tempo di prendere coscienza della scomoda situazione, e i locali raddoppiano. Al 12’ Maisto intercetta un pallone a centrocampo e fa proseguire sulla fascia destra Izzo, il cui traversone in area è raccolto da Lasagna, che apparecchia la tavola in mezzo ad una difesa in contumacia, e si serve il “secondo”.
Il Pergo esce di scena. In campo c’è soltanto la Paganese, che famelica insiste costringendo la difesa gialloblù agli straordinari, nonostante la partita sia ormai bollata. E con il trascorrere dei minuti, il Pergo capitola per la terza volta, rendendo ancor più avvilente la trasferta ai confini dell'immaginario. E’ Ibekwe a chiudere la vertenza al 31’, dopo aver superato dapprima Di Bella in velocità e poi Colombi in uscita.
Finisce con una sconfitta umiliante, nella prestazione ancor prima che nel risultato. La Paganese ha messo sul piatto della bilancia cuore e grinta, impartendo al Pergo una crudele lezione di umiltà. Si rientra quindi nel tunnel e per uscirne bisognerà far tesoro di questo insegnamento di semplicità, modestia e attaccamento quasi morboso alla maglia che si indossa. Altrimenti saranno ancora dolori.

Paganese – Pergocrema 3-0

Reti: 10’ st Maisto, 12’ st Lasasgna, 30’ st Ibekwe.

Paganese: Melillo, Grimaldi, Gambi, Maisto, Panini, Castaldo, Izzo, Memushaj, Lasagna (24’ st Tortori), Ibekwe (34’ st Zarineh), Sciannamè (30’ st Cucciniello). All. Palumbo. A disp.: Saraò, Tagliamonte, Tufano, Marzocchi.

Pergocrema: Colombi, Guerci, Federici, Brambilla, Ghidotti, Di Bella, Florean (15’ st Gherardi), Galli, Tarallo (41’ st Bonometti), Degano, Uliano (28’ st Anastasi). All. Bonazzi. A disp.: Manzoni, Trovò, Tobanelli, Crocetti.

Arbitro: Zanichelli di Genova (Belcastro di Taurianova e Fascetti di Reggio Calabria)

Note: pomeriggio nuvoloso con brevi squarci di sole, temperatura accettabile, terreno in discrete condizioni. Spettatori 1000 circa. Ammoniti Maisto, Castaldi e Galli.

Angoli 8 a 1 per la Paganese Recupero: 1’ + 4’.

www.uspergocrema.it