PAGANI - Non ci era riuscito in estate, quando sembrava toccasse a lui allenare i falchetti, e non aveva potuto sfruttare neppure le tante espulsioni di Luca Fusi, mai squalificato dal giudice sportivo, così per sedere da solo sulla panchina del Foligno Andrea Mosconi ha dovuto attendere l’influenza. Esattamente quel virus che in settimana ha colpito Fusi, mandandolo ko anche ieri, con l’allenatore che ha seguito la squadra in Campania, ma non è stato in grado di rimanere novanta minuti a bordo campo.
Per la verità c’è voluto un po’ per accorgersi dell’assenza di Fusi, che è solito rimanere quasi sempre seduto in panchina, con Mosconi che normalmente si alza per fornire indicazioni ai giocatori in campo. Qualche dubbio, per la verità, è cominciato a sorgere dopo il rigore di Guastalvino, quando dalle parti dei biancazzurri nulla si è mosso. Già, perché considerando le espulsioni di cui sopra, anche se da raffreddato sembrava impossibile che Fusi potesse rimanere in assoluto silenzio.
Se l’è goduta in pieno la sua domenica in solitaria Andrea Mosconi, alzandosi e sedendosi, dando indicazioni, e giocandosi al meglio i tre cambi, arrivati proprio nel momento in cui i falchetti hanno trovato il pareggio. Tutto da solo, perché di cellulari o radioline alla Mourinho dalle parti della panchina biancazzurra non se ne sono visti.
Comunque una giusta soddisfazione per Mosconi, tornato quest’anno nel ruolo di secondo dopo l’esperienza con Pagliari, che in settimana ha gestito ed organizzato gli allenamenti della squadra. Che il vice sia ormai pronto a fare le scarpe al suo capo? Assolutamente no, molto più semplicemente si è trattato dell’ennesima conferma che a guidare il Foligno c’è una coppia affiatata e che il braccio sa sempre cosa vuole la mente.
Si.Li.- Il Messaggero