Pagani. Crederci ancora. Questo l’imperativo di tecnici e calciatori azzurrostellati dopo il pari con il Viareggio. La squadra tenterá ora di compiere l’impresa sul neutro di Livorno e negli spogliatoi, la frase ricorrente è: "Non mollare". «Del resto nessuno pensava che riuscissimo ad arrivare ai play out e ci davano per spacciati - esordisce Palumbo - quindi non farei un dramma per il pari. Sapevamo che non sarebbe stata facile, anche se avremmo meritato qualcosa in più». Il tecnico mette in conto anche il contorno di una gara davvero particolare: «Si trattava di uno spareggio, la tensione in questi casi è sempre altissima, anche se sono contento perché non abbiamo fatto giocare il Viareggio: al di lá delle due punizioni non hanno mai tirato in porta. Sono soddisfatto della fase difensiva, meno di quella propositiva. In fase di impostazione abbiamo sbagliato troppo, anche passaggi semplici. Il pareggio va benissimo a loro, ma non è finita. Nel calcio mai dire mai». Un Palumbo che indica la strada da seguire per la trasferta toscana di domenica: «Il discorso è molto semplice. Ci sono novanta minuti da giocare, abbiamo un solo risultato utile a disposizione. Credo che non si possa dare nulla per scontato in questo mondo del calcio, l’ho detto e lo ripeto. Nessuno credeva al nostro approdo ai play out, invece ce l’abbiamo fatta. Adesso dobbiamo tentare di ribaltare il pronostico che anche stavolta non ci sorride». Il centrocampista Carlo Vicedomini se la prende un po’ con il terreno di gioco: Non ci si può giocare, è in condizioni pietose. E per le nostre caratteristiche un campo del genere non aiuta. Comunque, sono convinto che possiamo farcela. Secondo me siamo più forti del Viareggio. Abbiamo creato quattro-cinque palle gol, c’era anche un rigore nel primo tempo. Loro hanno tirato due volte e come spesso è capitato quest’anno hanno fatto gol». Forse nel momento decisivo della gara la Paganese ha pagato anche un po’ di stanchezza: «Non credo - sottolinea Vicedomini - probabile invece che ci sia mancato un pizzico di fortuna. Ecco, oltre a giocare a bene speriamo che a Livorno ci accompagni anche la dea bendata».
La Città