2.6.10

La vittoria dei paganesi.



Purtroppo l’impresa non c’è stata. Gli azzurri, pur disputando una buona gara, non sono riusciti a ribaltare il pari di domenica scorsa. Il rammarico, al termine della doppia sfida con il Viareggio, aumenta tenendo conto che la Paganese, in entrambe le gare, era riuscita a portarsi in vantaggio senza però riuscire a sferrare all’avversario il colpo del ko. Ma oggi, a distanza di qualche giorno dalla retrocessione, giunta senza sconfitta sul campo e figlia certamente non dell’ultimo atto del campionato ma di limiti che hanno caratterizzato l’intera stagione, voglio parlare non della sconfitta sul campo, che lascia tanto amaro in bocca, ma della vittoria sugli spalti. L’invasione di passione e speranza dei tifosi azzurri era iniziata all’alba e rimarrà indelebile nella mia mente. L’incedere di un ragazzo poco più che ventenne che di buon’ora "s’incamminava" con le stampelle, insieme ai suoi amici, verso vasca Pignataro dove c’era il raduno dei torpedoni pronti per la trasferta, un mito. Pullman, treno ed auto da Pagani e dal Nord per convogliare tutti verso Livorno dove si sperava nell’ennesimo miracolo dell’era Trapani. In Curva c’era Pagani con tutte le sue espressioni, dagli immancabili Ultras della Curva Nord, a semplici tifosi, intere famiglie con bambini in passeggino. Tutti presenti all’appello, nessuno è voluto mancare nel momento del sostegno estremo. Anche i rappresentanti delle istituzioni locali, che hanno preferito l’assolata Curva dello stadio livornese alla più comoda poltrona della tribuna centrale. Pagani era lì e dopo cinque minuti il sogno stava prendendo forma con il tocco felpato di Ibekwe su perfetta sponda di testa di Tortori. La rete che si gonfia sotto i nostri occhi e gli abbracci con il compagno al proprio fianco anche se non lo si conosce. Cosa importa, siamo tutti paganesi e la salvezza è vicina anzi non proprio, mancano ottantacinque minuti. Il primo tempo termina e la salvezza è all’orizzonte, anche se c’è rammarico per il raddoppio sfiorato ancora dall’aquila nigeriana. Abbiamo la partita in pugno. Nella ripresa i cori salgono sempre più in alto nel teatro del "Picchi" tinto d’azzurro, di bianconero c'è ben poco tra Gradinata e Tribuna. Il pareggio di Guadalupi non spegne l’ardore azzurro sostenuto da mille cuori che credono sino alla fine al miracolo che s’è infranto sulla doppia occasione di Memushaj e quella confezionata da Lasagna per Izzo, al novantesimo, intercettata da un difensore del Viareggio ad un metro dalla linea bianca con il portiere Ravaglia superato. Palumbo ci aveva quasi azzeccato prevedendo, come nella finale con la Reggiana, un nuovo guizzo di Izzo a tempo scaduto. L’arbitro, dopo uno sguardo al cronometro, si porta il fischietto alla bocca e cerco, non so come, di ritardare ancora un po’ quel movimento. E’ finita, la Paganese è retrocessa. In quel preciso momento, alle 17.52 e per un quarto d’ora, cala un silenzio irreale in Curva che fa il paio con un'altra immagine che non dimenticherò mai,  le lacrime di alcuni tifosi, giovani e meno giovani, l’incredulità del Presidente Trapani che va avanti e dietro in mezzo al campo e tutti i calciatori pietrificati in panchina senza che nessuno tenta di alzarsi. Tutto si svolge nell’assoluto irreale silenzio della Curva mentre i pochi tifosi del Viareggio applaudono i loro calciatori ma in Curva nessuno si accorge di questo. Lasciamo il nostro settore senza nessuna protesta, senza nessun atto incivile che spesso caratterizza una retrocessione. Non vola una bottiglietta in campo, nessun isterismo. Usciamo dallo stadio a capo chino per la sconfitta, ma a testa altissima per come s’è incassata. Una grande prova di civiltà e sportività offerta in uno stadio che da poco ha salutato la massima serie. Era facile cadere nel vortice dell’inciviltà con l’alibi di una cocente sconfitta. Domenica 30 maggio, a Livorno, la Paganese è retrocessa. I paganesi, invece, hanno vinto la partita più difficile con un comportamento esemplare di grande maturità che fa onore all’intera città.

Peppe Nocera per Paganese.it

Foto di Salvatore Russo