8.9.10

Così è (anche se non vi pare) - di Nino Ruggiero

Su Paganese.it è partita oggi una nuova rubrica che ogni mercoledì si fregerà della prestigiosa firma del direttore Nino Ruggiero al quale l'intera redazione porge un caloroso ringraziamento.

Comincio questa rubrica con lo stesso spirito goliardico di quando, non ancora ventenne, cominciai ad interessarmi di Paganese sulle pagine di un settimanale sportivo dell'epoca. Erano tempi duri per chi voleva ritagliarsi uno spazio nel campo dell'informazione. I giornali che guardavano alla Paganese erano pochini, c'era IL MATTINO, con i settimanali SPORT SUD e SPORT DEL MEZZOGIORNO, che si fregiava della prestigiosa firma di Raffaele Ianniello; c'era il ROMA appannaggio esclusivo di Umberto Belpedio. Stop. All'epoca il corrispondente locale era uno solo, nel senso che una sola persona era il fiduciario di quella determinata testata da quel posto.
Gli altri giornali nazionali, sia pure sportivi, come il CORRIERE DELLO SPORT e LA GAZZETTA DELLO SPORT s'interessavano pochissimo delle vicende della Paganese che solo da poco aveva conquistato la serie D. Il giornale che ospitò per primo le mie corrispondenze fu SPORT7, un settimanale edito a Napoli di martedì, che aveva come direttore una delle firma più prestigiose del giornalismo sportivo napoletano dell'epoca: Guido Prestisimone.
In quella palestra di idee e di sacrifici mossi i primi passi, guidato ed assistito dal maestro Prestisimone che in redazione si avvaleva anche della grande esperienza di un altro navigato giornalista di origine salernitana, Clodomiro Tarsia.
Poi, si sa, da cosa nasce cosa e, preso dalla voglia di scrivere di Paganese, sbarcai a LA VOCE DI SALERNO settimanale diretta da Lino Coppola, nella cui redazione maturarono le loro brave esperienze Peppino Blasi, che in seguito diventò responsabile RAI a Napoli, ed Angelo Scelzo, oggi apprezzato vaticanista.
Non poteva mancare, in questo panorama, anche l'editoria locale e, insieme a Salvatore Scarano, Peppe Di Florio, Gaetano Califano, Eduardo Donini, presi prima a scrivere su IL RISORGIMENTO NOCERINO e poi, alla vigilia di una sentitissima Paganese-Nocerina, a creare e a dirigere ALE' PAGANESE.
Questo cappello era dovuto perché fosse chiaro il concetto che ha sempre ispirato i miei scritti: un grande e incommensurabile amore per la casacca azzurro-stellata, sin dai tempi in cui la stella ancora latitava.
Detto questo, voglio passare alle riflessioni sulla squadra di quest'anno che i miei due-tre lettori si attenderanno. Ho visto entrambe le partite casalinghe e - a dire il vero - ne ho tratto buone impressioni.
Ci sono elementi che hanno già messo in mostra le proprie caratteristiche, direi le loro qualità, e si tratta di Martinelli, vero leader in difesa, e di Tedesco, vero uomo d'area.
Il primo, oltre a farsi apprezzare per indubbie qualità tecniche e di palleggio, non facili da riscontrare in un difensore, ha dato anche una dimensione all'intero reparto arretrato; non è un caso, a mio parere, che proprio per questo sia stato fregiato dell'importante ruolo di capitano.
Il secondo, dopo anni in cui si penava anche a capire finanche chi fosse l'attaccante di ruolo, sembra aver ridato effettiva dignità a un reparto avanzato in virtù di innate caratteristiche tecnico-agonistiche che di solito caratterizzano l'attaccante d'area: veloce, aggressivo, implacabile nei contrasti, rapace come un falco quando si tratta di farsi trovare pronto per l'appuntamento con il gol.
Sono solo le prime impressioni, ma, si sa, il buon giorno si vede dal mattino e di solito non ci si sbaglia quando determinati valori vengono ben soppesati.
Dei nuovi, a parte Martinelli e Tedesco, parlerò in seguito perché ci sono state delle prestazioni altalenanti da valutare nel corso del campionato. Casisa, ad esempio, lo avevo visto determinato ed addirittura brillante nella gara di esordio con il Verona; contro il Bassano invece non mi è piaciuto ed ha legato malissimo con Vicedomini nel presidio del centrocampo.
Cuomo va rivisto all'opera. Al momento è molto lontano dalla migliore condizione fisica e non mi sento ancora di valutarlo; con il Bassano ha lasciato molto a desiderare anche se riconosco che un suo colpo di testa in area avversaria era meritevole di più fortuna; ma non basta per un difensore della sua portata.
Mi è piaciuto molto, invece il primo tempo di Triarico contro il Bassano. Il giovanotto ha buoni numeri; salta l'uomo, è veloce, crossa in corsa, cosa che non è da tutti, e ha un fisico che gli dovrebbe consentire in seguito di giocare novanta minuti senza grosse pause. Forse vede poco la porta, ma questo è un dettaglio trascurabile quando si hanno in avanti compagni come Tedesco e Tortori, ed è anche un tantino irritante quando decide di puntare - per puntiglio personale - l'avversario.
Palumbo però non mancherà di fargli capire che il suo ruolo deve essere esclusivamente al servizio della squadra e che certi narcisismi possono solo nuocere alla sua carriera che si preannuncia brillante, solo se riuscirà a tenere i piedi ben saldi a terra.
Di Gabrieli ancora non parlo. L'ho visto poco all'opera. Fra i pali non sembra dare eccessive preoccupazioni, ma va visto all'opera in gare impegnative.
Dei "vecchi" ho visto bene Tortori, pimpante e decisivo in quasi tutti i movimenti d'attacco, che sembra integrarsi alla perfezione con Tedesco. Ancora sotto tono Vicedomini e Macrì, dai quali ci si attende un contributo di esperienza nei momenti topici di una gara.
Su un discreto livello Ingrosso, che al momento appare più sicuro in fase difensiva ma che deve crescere quando è in possesso di palla. Sciannamè è lo stesso dell'ultima annata; alterna buone cose, specie quando in possesso di palla crossa dalla sinistra, con qualche disattenzione difensiva che alla lunga potrebbe risultare fatale.
Così è, anche se non vi pare.
Per intanto però andiamoci a gustare all'Arechi questo magnifico derby con la Salernitana.

Nino Ruggiero per Paganese.it