Si è chiuso un anno davvero negativo per la Paganese, il più nero della gestione Trapani. Un 2010 che ha regalato alla Magica Stella troppe delusioni e troppo poche gioie. Emblematica è stata l’ultima gara dell’anno solare, al “Bentegodi” di Verona contro l’Hellas, dove gli azzurrostellati si sono sciolti come neve al sole e hanno rimediato una figuraccia indimenticabile. Nei dodici mesi appena trascorsi gli azzurrostellati hanno raccolto 8 vittorie, 6 pareggi e ben 20 sconfitte, che hanno portato alla retrocessione dopo i play-out persi a Livorno e all’attuale primo posto in campionato. Nel mezzo un ripescaggio tanto annunciato quanto scontato ad inizio agosto, che ha permesso alla Paganese di disputare per la prima volta nella sua storia il quarto campionato consecutivo in Prima Divisione.
Un anno cominciato esattamente come è iniziato il 2011: Paganese all’ultimo posto con la speranza di puntellare la squadra con gli innesti giusti nel mercato di riparazione. Il colpo ad effetto, quello capace di far compiere il salto di qualità ad una formazione mediocre, non arrivò, ma grazie ad un incredibile colpo di coda (9 punti in 4 gare) e al suicidio del Lecco, che raccogliendo 12 punti in tutto il girone di ritorno terminò il campionato in fondo alla classifica, la Paganese riuscì comunque a raggiungere i play-out, diventato in corsa l’obiettivo minimo. Da registrare, nel sorprendente finale anche la vittoria a Novara, sul campo dell’attuale capolista della Serie B, che la scorsa stagione perse l’imbattibilità casalinga proprio a causa della rete di Tortori dopo un’ora di gioco. A fine maggio si giocò la doppia sfida col Viareggio, prima al “Torre” e poi sul neutro di Livorno. Nonostante i due pareggi e due prove abbastanza convincenti della formazione di Palumbo, furono i bianconeri ad aggiudicarsi la permanenza in terza serie, grazie al miglior piazzamento.
Da quella sconfitta la Paganese non uscì con le ossa rotte, anzi con due certezze importantissime: il suo presidente ancora più deciso ad andare avanti e una tifoseria che non meritava assolutamente la Seconda Divisione. Fu così che Trapani rispose con un secco no a Salvatore Marrazzo, che chiedeva il titolo al patron. Sistemata la questione del ripescaggio, si è pensato ad allestire una rosa competitiva per il campionato in corso. Nonostante la retrocessione è scattata la riconferma per Palumbo, ultimo colpevole di una retrocessione quasi annunciata, e sei calciatori (Ingrosso, Esposito, Panini, Vicedomini, Sciannamè e Tortori) definiti i più meritevoli, uomini giusti che potessero spronare i futuri compagni a non ripetere gli stessi errori della precedente stagione. Si è tentato di costruire un buon mix di giovani e veterani, con l’acquisto degli evergreen Martinelli, Tedesco, Magliocco e Cuomo fra gli altri, e Lepri, Triarico, Liccardo, Gabrieli, come elementi in rampa di lancio.
L’ottimo avvio, con tanto di vittorie con Verona, Bassano ed Alessandria in casa e sfortunate sconfitte in trasferta a Pavia e Salerno, non poteva non dar ragione a chi aveva costruito la rosa. Ma qualcosa all’Arechi si inceppò: il rapporto interno ai gruppi organizzati si incrinò e quest’aria di turbolenza è stata assorbita dalla squadra. Il primo campanello d’allarme suonò con il Ravenna, quando emersero le lacune di una squadra che era comunque un’incompiuta e necessitava di innesti soprattutto dalla cintola in su. Da allora cominciava la crisi della Paganese, che ancora oggi non ha ancora trovato la vittoria. Le quattro sconfitte seguite al pari con gli emiliani sono costate il posto a Palumbo, dopo aver perso l’imbattibilità casalinga contro Pergo e Monza. Al suo posto è stato chiamato Eziolino Capuano, beniamino della tifoseria e uomo di fiducia di una società speranzosa nello scossone, di cui ancora oggi non ci sono tracce. Dalla dodicesima giornata solo un punto raccolto in casa col Como, un solo gol all’attivo (Tortori a Bolzano), sporadiche conclusioni a rete e tanti mugugni da parte della tifoseria. Colpa del diverso modo di giocare del trainer ex Potenza rispetto al suo predecessore, di tantissimi infortuni che hanno attanagliato queste sette giornate targate Capuano. Fino alla roboante sconfitta di Verona, che si spera possa essere l’ultimo episodio di una crisi lunga un anno.
Danilo Sorrentino - www.paganese.net