Il Tribunale di Brescia, con provvedimento del 28 marzo, ha riconosciuto la legittimità del comportamento della Lega Pro, che non aveva consentito il tesseramento di un giovane extracomunitario, Thiam Silmon Gueye (classe 1990) per la società Lumezzane.
La Lega Pro non aveva potuto procedere al tesseramento, alla luce delle disposizioni emanate dalla FIGC (C.U. n. 6/A del 5 Luglio 2010) secondo le quali non è possibile il tesseramento di calciatori extracomunitari provenienti dall’estero o già tesserati in Italia con lo status diverso da quello di professionista.
Da qui il ricorso del giocatore innanzi al Tribunale, ai sensi dell’art. 44 del D.Lgs. n. 286/1998, che offre strumenti di tutela contro la discriminazione razziale.
In particolare, si era sottolineato come non vi è alcun intento discriminatorio nel regolamentare il tesseramento nel settore professionistico, ma si tratta di una esigenza indifferibile e tesa anche a tutelare i vivai interni.
Il Giudice ha accolto tale tesi sostenendo che la disciplina non pone un divieto assoluto di tesseramento per i calciatori professionisti extracomunitari ma si limita a fissare soltanto un limite per coloro i quali intendono assumere per la prima volta in Italia lo status di professionista.
Nessun comportamento discriminatorio è quindi riferibile alla Lega Pro.
Valeria Debbia per Tuttolegapro.com