2.12.11

Adesso stringiamo i denti e vinciamo!

Ci sono partite che valgono una stagione e quella con il Melfi, parlandone con il tecnico Grassadonia, vale quanto una finale di Coppa, per la Paganese, in questo momento del campionato. Sulla carta il turno casalingo, dopo lo stop di Catanzaro dove sono riapparsi i cartellini rossi che hanno fatto arrabbiare tutti, dalla società all’allenatore, è gara da uno fisso, ma…il dubbio e l’incertezza nel calcio sono all’ordine del giorno già normalmente, figurarsi se poi una squadra, la Paganese nel nostro caso, ha l’infermeria piena, peggio del periodo in cui c’è il picco del virus influenzale. Ecco che la forbice del divario tecnico si restringe notevolmente se ti mancano all’appello nove calciatori di cui solo due, Fava e Luca Orlando sarebbero, e il condizionale è d’obbligo, disponibili al 60%. Grassadonia deve inventarsi letteralmente il centrocampo e l’attacco se i due punteros, al massimo, sedessero in panchina. S’attende qualche resurrezione in extremis, vedi Russo al quanto improbabile, sia per il periodo, non siamo a Pasqua ma in prossimità del Natale e sia per le reali condizioni del suo polpaccio. Ma più che piangere su infortuni, che in una gara di calcio possono accadere, il rammarico è per quelle due espulsioni di Tricarico e Acoglanis che hanno falcidiato il centrocampo con il solo Giglio rimasto a disposizione. Nell’occasione di quella di Tricarico, alla seconda stagionale, ci può essere anche la troppa fretta dell’arbitro ma se vogliamo essere onesti, ha solo applicato il regolamento con Maisto che non doveva ostruire Tricarico, e l’ha ammonito. Stessa sorte per il centrocampista azzurrostellato che ha subito la stessa sanzione perché ha effettuato un gesto antisportivo tirandogli il pallone sui piedi. Da censurare invece il fallo di Acoglanis, seppur provocato. Si sa che nel calcio si punisce la reazione più che l’azione e il festival dell’ingenuità ha promosso entrambi tra i più esperti azzurri in rosa. Le urla di Grassadonia, nel dopo gara, si son sentite sino a Lamezia Terme, da ammissione dello stesso allenatore, e speriamo che questa volta, rimproveri e multe, siano di esempio per gli altri anche perché, vabbè il periodo, ma regali agli avversari non si possono ancora concedere. Ora c’è da fare i conti, come dicevo in apertura di articolo, con il Melfi. Non so cosa inventerà Grassadonia per schierare undici azzurri in campo con notevoli difficoltà per i cambi e gara dunque difficile sotto molti aspetti, ma da vincere a tutti i costi per sfruttare i due scontri diretti in programma domenica: L’Aquila-Perugia e Vigor Lamezia-Catanzaro, per rimanere aggrappati al treno promozione e fare punti sino al 18 dicembre.

Peppe Nocera per paganese.it