E’ molto altalenante il rendimento della
nostra amata Paganese. Una domenica sull’altare, un’altra nella polvere,
o quasi. Perché “quasi” dopo un pareggio esterno? Mi spiego.
Fermo restando che quello che vado a dire
è incentrato solo sul risultato, non avendo visto la partita, mi pare
di poter affermare che una squadra che vuole vincere direttamente un
campionato senza passare per la tagliola dei play off, quale
che sia la serie, non può avere un rendimento ballerino. Le giornate
storte possono sempre capitare; ma stanno capitando troppo spesso,
mentre è notorio che le squadre costruite per vincere devono avere un
rendimento costante.
Prendete appunto la partita di Fano. La
squadra va in vantaggio, chiude il primo tempo con il risultato di uno a
zero ma nella ripresa non riesce ad amministrare la partita, così come
dovrebbe saper fare una squadra da primato. E non è la prima volta.
Intanto, un occhio ai risultati: Perugia, Catanzaro e L’Aquila vincono a
piene mani; quest’ultima addirittura fuori casa, quando a fine primo
tempo perdeva per zero a uno. Apriti cielo! La tifoseria è in
subbuglio; l’allenatore sulla graticola; la squadra sotto accusa.
Allora, amici belli, prima di emettere
discutibili sentenze, prima di discutere l’allenatore – all’indomani di
una deludente partita e di un deludente risultato – dobbiamo partire
dall’inizio, dalla fase di allestimento della squadra in pieno mese di
giugno.
Parliamo di programmi a suo tempo stilati. Due le possibili ipotesi.
Prima ipotesi: la società, d’accordo con
il tecnico, ha allestito la squadra per cercare di vincere direttamente
il campionato. In questo caso, che personalmente non credo sia aderente
alla realtà delle cose, è fuori dubbio, con i risultati che ci
ritroviamo, che qualcosa non gira per il verso giusto. In presenza di
risultati altalenanti, con le dirette concorrenti che invece sembrano
aver calzato gli stivali delle sette leghe, una società organizzata, che
ha in Cocchino D’Eboli un attento e preparato direttore generale,
avrebbe già affrontato il problema sviscerandolo come il caso richiede.
Ma, sempre personalmente, sono convinto che il programma iniziale,
stilato in una fase storica davvero critica, quando addirittura si
paventavano tempi tristi per la squadra, (questo ricordiamolo sempre,
anche quando vorremmo mandare tutto all’aria!), non prevedeva affatto di
stravincere il campionato, come poi la fervida e sfrenata fantasia
popolare ha immaginato dopo le prime vittoriose gare.
Seconda ipotesi: la società – con
l’assenso del tecnico – ha messo in preventivo di fare un campionato più
che buono, per arrivare ai play off, con annessi e connessi i problemi che scaturiscono dall’utilizzo di calciatori under. Un po’ come avrebbe aggiunto l’indimenticabile Totò: “senza nulla a pretendere”.
Di qui non si scappa.
Io credo che l’attuale situazione della
squadra sia riconducibile alla seconda eventualità, sicuramente più
verosimile, anche se meno accettata da una tifoseria che ambisce a una
promozione diretta. In questo caso, pur con le dovute riserve, mi pare
che la squadra mantenga comunque un ritmo da play-off, nonostante qualche preoccupante battuta a vuoto.
Il discorso, dunque, al momento, investe
per prima cosa la chiarezza. La società, a questo punto del torneo,
magari con una bella conferenza stampa, farebbe bene a chiarire quali
sono i reali obiettivi che quest’anno ci si è prefissati di ottenere.
Credo che mai come in questo particolare momento ci sia bisogno di
parlare chiaro, fedeli al vecchio detto popolare “il parlare chiaro è fatto per gli amici”, e per i tifosi, aggiungo io.
Detto quello che sentivo di dover dire
per amore della verità, devo aggiungere che si sta abusando un po’
troppo, in tema di letteratura sportiva, del termine “corazzata” riferito alle potenzialità della Paganese. Corazzata di qua, corazzata di là; siamo seri, per favore. La squadra è formata da ottimi calciatori, alcuni dei quali sprecati in questa categoria, ma le corazzate sono ben altra cosa. Così facendo ingeneriamo illusioni che non si sa dove possono portarci.
Io dico che la squadra, programmi a
parte, è degna di attenzione. Ci sono alcuni ottimi calciatori che
costituiscono la base della formazione. Qualcuno mantiene standard di
rendimento elevato dall’inizio del campionato, ed è il caso di Fusco e
di Galizia. Qualche altro, vedi Fava, Petrocco e Tricarico, sta
recuperando la condizione fisica ottimale. Qualche altro ancora, è il
caso di Scarpa, si avvia a ridiventare l’uomo guida della squadra, dopo
esserlo stato negli anni passati.
Su queste fondamenta la squadra deve costruire le sue future fortune, under o non under.
Da elementi di grande caratura però ci si deve attendere sempre un
qualcosa in più, in tutte le circostanze; non basta eseguire il
compitino da scolaretto diligente. Da chi possiede personalità e
carisma, programmi o non programmi, ci si deve sempre attendere un ruolo
di guida, di esempio, di professionalità, o – se volete – di balia per i
tanti giovani virgulti che compongono la squadra; cosa che, purtroppo,
non mi pare sia avvenuto a Fano alla ripresa del gioco e per tutto il
secondo tempo.
Per il momento non credo di poter
aggiungere altro. Adesso c’è soprattutto bisogno di chiarezza a livello
di programmi da raggiungere e – possibilmente – di una serie di
risultati pieni; a cominciare già da domenica contro l’Arzanese, in
occasione dell’incontro interno che chiude la prima parte della
stagione.
Nino Ruggiero