La programmazione settimanale di PAGANESE.NET si arricchisce di un’altra rubrica. “SENZA PELI SULLA LINGUA” vi accompagnerà ogni lunedì in cui il nuovo collaboratore Giorgio Francavilla esporrà il suo punto di vista sugli accadimenti in casa Paganese.
Ernst Junger direbbe che la grandezza è esposta alla tempesta. Beh per la Paganese si tratta di un tornado che stenta ad avere una fine. In realtà ha un inizio, anche se non ben identificato, che collima con il ritorno in terza serie degli azzurro stellati dopo ben 24 anni di assenza. Se a Pagani c’era e c’è, per fortuna o purtroppo a seconda delle interpretazioni possibili, chi aveva ed ha avuto il privilegio di assistere a campionati come quelli datati 1976/77 o 1980/81 con una Paganese capace di mettere i bastoni tra le ruote a squadre come Bari, Reggina, Cosenza, Pisa, Arezzo e sfiorando in entrambi i casi una storica promozione in B che senza le sopraggiunte cause naturali dell’80 (terremoto ed assassinio di Marcello Torre) e quelle non proprio chiarissime che favorirono inverosimilmente il Bari nel ’77 non sarebbe rimasta una semplice utopia.
Grassadonia si lamenta: dei tifosi, del manto erboso e di tutto ciò che non gli sta bene. Qui a Pagani non è che piaccia tanto chi dice le cose come stanno, chi non ha peli sulla lingua, chi prova per un attimo a far ragionare chi spesso ha sragionato in questi anni. Purtroppo a volte è bene conoscere le cause prima di parlare di determinate cose. In tanti si lamentano dei pochi spettatori al “Torre” che con i 600 scarsi di ieri ha toccato i minimi storici dell’Eccellenza, in molti si meravigliano, persone stupite e incredule di fronte ad una squadra costruita per vincere che si ritrova a lottare senza il pubblico che negli anni passati aveva dato una grande mano nel momento del bisogno.
La verità è che il disamore non è verso la maglia azzurro stellata ma bensì verso una società che nonostante
gli sforzi fatti quest’anno nelle precedenti quattro stagioni ha
arricchito il palmares azzurro stellato con due salvezze sul campo, di
cui una ai playout, agguantati a dieci minuti dal termine nell’ultima
giornata di campionato ed un’altra, diretta, conquistata grazie alla Juve Stabia e quel punto regalato sempre nell’epilogo di un campionato fatto più di ombre che di luci. Poi le ultime due stagioni a coronare ciò che sembrava potesse accadere negli anni passati ma che per una ragione o per un’altra non era miracolosamente avvenuto. Prima la debacle con il Viareggio negli spareggi salvezza raggiunti nuovamente all’ultimo secondo sul campo di un Novara ormai appagato dalla vittoria anticipata del campionato e poi la scorsa stagione che, per quanto apparentemente lontana, è molto più vicina di quanto sembri con il ricordo ancora vivido di una squadra under costruction da luglio ad aprile e di un campionato disputato ai limiti del reale con una serie incredibile di sconfitte consecutive ed una piazza sempre più consolidata negli anni, l’ultima.
A Trapani & Co. non si è mai chiesta la luna o la serie B per farla breve ma almeno un minimo di programmazione che magari avrebbe consentito di prolungare la permanenza in terza serie senza il bisogno di dover fare gli sforzi fatti quest’anno, logica conseguenza di un continuo smantellamento e tourbillon di uomini che ha portato la città quasi a non identificarsi più in quella che è tuttora l’unica rappresentanza sportiva. Le parole di Grassadonia non sono dette lì a caso, il momento è difficile sia per l’assenza del presidente che per la scarsa partecipazione del pubblico ma in alcuni punti sembra quasi che il tecnico sia stato investito di una delega virtuale: ”mettiamo le mani avanti ora, prima che sia troppo tardi” questo è il messaggio che passa tra le righe e che volente o nolente non si può ignorare. Da squadra costruita per la promozione si inizia a parlare di punti salvezza. Mai come ora c’è bisogno di chiarezza per unire gli intenti e ritornare laddove la Paganese era già stata prima dell’avvento di Trapani & Co. e riportata con maestria dal presidente azzurro stellato nel calcio che conta. La grandezza è esposta alla tempesta!
Giorgio Francavilla per paganese.net