Rubrica La Paganese vista da Nocera per paganese.it
Stento ancora a riprendermi dopo l'uno due di emozioni vissute tra domenica, vittoria agguantata al novantesimo su rigore a Giulianova, e il passaggio dal paradiso all'inferno di mercoledì con il Gavorrano. Il calcio non finisce mai di sorprendermi, come questa Paganese del girone di ritorno che continua a volteggiare sull'altalena delle sue prestazioni come un bambino spinto alle spalle sul gioco della nostra infanzia. A proposito di bambino avevo su per giù dieci anni quando a Pagani assistettero a una simile girandola di gol ed emozioni. Era un Paganese -Campania del 1981 nel campionato di C1, terminato 4-3 per gli azzurrostellati. Ero allo stadio con mio padre che sul 1-3 per gli ospiti decise di andare via, perché ritenne che la gara era ormai compromessa, lo dovetti seguire per forza e solo dopo a casa seppi che la Paganese aveva rimontato in modo incredibile i tre gol del Campania, segnati in nove minuti, corsi e ricorsi storici, con una doppietta di Fracas intervallata, dalla rete di Truddaiu più il gol in aperture della Paganese, ottenuto da Colombini, grazie ad un'autorete, in avvio di gara. Anche allora furono segnate due doppiette quella di Fracas per la Paganese e di Arena per il Campania. Da quel momento non lascio più lo stadio in anticipo. Ho raccontato quell'aneddoto per tirare su il morale ai tifosi, scovando un precedente che fece impazzire di gioia quei tifosi dell'epoca, tranne me che stavo per strada, per tirare su il morale che da mercoledì sta sotto i tacchi. La Paganese mi sembra come Peter Pan, ha paura di crescere in questo secondo scorcio di campionato, ma deve farlo al più presto, per dire la sua in quest'ultima parte di torneo. La classifica diventa sempre più infuocata alle spalle con Gavorrano a un punto e Chieti a due al quale andremo a render visita a fine mese, dopo il doppio derby con la Neapolis e l'Ebolitana. Onestamente è difficile decifrarla la sconfitta con il Gavorrano dopo un ottima Paganese, padrona del campo per circa un 'ora e poi crollata come un castello di sabbia nel momento in cui il bambino, sempre lui, ha piazzato le bandierine in cima. In cinque minuti i cambi effettuati hanno tolto una certezza il binomio Nigro-Tricarico per sfaldare con l'uscita di Fusco, due reparti: difesa e centrocampo, dato che De Martino non è ancora pronto e lo si è visto. A questa Paganese e Palumbo mancano ricambi, senza giraci intorno, e la partenza di gente come Rinaldi, aldilà di qualche strafalcione, e Acoglanis si fanno sentire.
Peppe Nocera