Due uomini, due reazioni. Due modi di fare diversi, due approcci e stili differenti. Sono Cozza e Palumbo, che ieri, in occasione della gara che ha visto il Catanzaro di fronte alla Paganese, hanno sfilato uno dopo l'altro davanti a microfoni e taccuini dei sempre attenti cronisti sportivi. Cozza reclama principalmente per due decisioni che, a suo dire, avrebbero determinato il risultato finale della partita: la mancata espulsione di Pepe al momento dell'ammonizione; e il rigore assegnato per un fallo - a suo dire inesistente - di Gigliotti. Due decisioni che, per quanto ha spiegato in sala stampa, potrebbero pregiudicare il cammino del Catanzaro verso l'ambizioso obiettivo di inizio torneo: la promozione diretta. Mentre Cozza si è dilungato a spiegare i motivi della rabbia che non consente di mandare già un pareggio contro la Paganese, appellandosi anche alle molteplici assenze che hanno caratterizzato la partita della sua squadra, Palumbo ha svolto un'attenta disamina della gara proiettandosi al futuro. A chi gli ha chiesto un parere sulle recriminazioni del Catanzaro e del suo allenatore, Palumbo ha chiosato saggiamente così: "E' ancora giovane, quindi parla troppo. La strada è ancora in salita: è giovane". Una battuta che racchiude in sé tutti i principi di ogni saggezza popolare sull'argomento giovani/esperienza.
Ascoltando Palumbo e riflettendo sui "se" e i "ma" che - lo ha scritto ogni cronista sportivo almeno una volta nella vita - non portano da nessuna parte nel calcio, mi è venuta in mente una frase letta di recente in un libro: "I 'se' sono la patente dei perdenti; nella vita si diventa grandi 'nonostante'". Una frase che deve fare da monìto a chi - come si dice - è abituato a piangere sul latte versato. Un invito implicito anche per questa Paganese, che quest'anno spera di diventare grande "nonostante".
Barbara Ruggiero per paganese.it