19.4.12

Paganese-Catanzaro, quanto veleno fra Palumbo e Cozza.

Dopo il pari fra Paganese e Catanzaro lo stato d’animo di Ciccio Cozza non è dei miglio­ri. Per l’allenatore calabrese “il risultato è ingiusto, anche in virtù del penalty concesso a Scarpa. Sono stati usati due metri diversi, abbiamo avuto un grande possesso palla, se non ci fosse stato il rigore, la partita sarebbe finita 1 a 0 per il Catanzaro. Non è la prima volta che gli arbitraggi vanno a nostro sfavore, abbiamo perso punti importanti in chiave promozione. La Paganese, a parte il rigore, non è mai stata pericolosa, mentre noi abbiamo creato diver­se situazioni pericolose. Ci sarebbero potuti essere due tiri dal dischetto an­che per noi”.

Per Palumbo, invece “la partita è stata molto ma­schia, anche se nel primo tempo siamo stati un po’ lenti, migliorando però nella ripresa. A mio pare­re, senza l’espulsione di Pepe nel finale avremmo potuto anche vincerla. Sono soddisfatto, perché finalmente vedo la squa­dra più viva rispetto ad un paio di mesi fa”.

Poi si con­centra sul futuro il tecnico azzurrostellato, che detta le condizioni per arrivare ai playoff: “Nelle prossi­me 2 partite dovremo fare almeno 4 punti, se vo­gliamo arrivare al nostro obiettivo finale; sarà importante recuperare Fusco e Tricarico. Se arriviamo alla postseason, secondo me ce la possiamo gioca­re alla grande”.


L’ultima battuta è per il collega, che non esita a “bacchettare”: “Cozza parla troppo, si la­menta in continuazione. E’ giovane e deve sapere che la strada per lui è in salita, per cui parlasse di meno. Anche prima della partita ha fatto appelli per tutte le assenze che aveva nella sua squadra, non mi è pia­ciuta questa cosa. Pure io avevo diversi elementi in­disponibili tra squalificati e infortunati, ma non per questo mi sono lamentato prima del match”.

Anche per Fava “questa è stata una buona prestazione di grande sacrificio e impe­gno. Per fortuna i risultati di Chieti e Gavorrano ci hanno favorito, importan­te continuare così”. Un po’ di rammarico per l’ariete della ‘stella’ su un’occa­sione sciupata sul nasce­re, ma come egli stesso ammette: “Mi è mancata la lucidità, non avevo pro­prio più forza nelle gam­be”.

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