Che Pino Palumbo sia un allenatore bravo, un uomo di campo, ma anche un tipo particolare che soffre le personalità importanti presenti in uno spogliatoio, lo si sapeva da tempo. Ma che a un turno dalla fine della stagione regolare, e con i play-off praticamente a portata di mano, venisse esonerato, beh era davvero difficile immaginarlo.
Palumbo, inutile negarlo, paga il rapporto non proprio idilliaco instauratosi con i senatori del gruppo azzurrostellato, oltre ad un ruolino di marcia che non ha mai convinto del tutto, con risultati altalenanti rispetto alla possibilità di poter entrare senza troppi affanni in zona play-off. Un obiettivo che invece la Paganese dovrà sudarsi fino all’ultimo, fino alla sfida di domenica di Arzano, quando servirà vincere per evitare conteggi particolari o attendere i risultati degli altri campi.
5 successi, sette pareggi e cinque sconfitte. Palumbo paga il fatto di non aver mai azzeccato la partita giusta nei cosiddetti scontri diretti, che per inciso erano da affrontarsi praticamente tutti al Marcello Torre nel girone di ritorno. Le vittorie sono sempre arrivate sul filo del rasoio, soffrendo anche troppo rispetto alle qualità di un gruppo che, confermiamo, resta tra i migliori del girone B di Seconda Divisione.
Conclusioni: Palumbo, ancora una volta, viene sedotto e abbandonato dalla Paganese. Richiamato al capezzale della squadra, si è ritrovato allontanato. Forse la sua storia con l’azzurrostellato con la giornata di ieri si è definitivamente chiusa. E passiamo a Grassadonia. Il suo addio non fu simpatico, soprattutto nei confronti dei tifosi della Paganese. Da settimane, prima del 17 gennaio, andava lamentandosi più o meno apertamente di una situazione societaria complicata. Clamorose le sue dichiarazioni dopo la partita con il Melfi, incredibili le sue dimissioni dettate da una insofferenza che andava avanti da tempo. Adesso ritorna, con la consapevolezza di ritrovare un gruppo costruito insieme a D’Eboli l’estate scorsa e che avrebbe dovuto lottare per il primato. A Grassadonia ora il compito di conquistare quanto meno gli spareggi e poi, chissà.
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