25.9.12

L'erba (ma non solo) frena la Paganese.

Una Paganese dai due volti non riesce a battere un Catanzaro timoroso di incassare la terza sconfitta di fila e raccoglie il secondo pari consecutivo. Potrebbe sintetizzarsi così la gara di ieri fra gli azzurrostellati e le "Aquile" giallorosse, giunte a Pagani col chiaro intento di uscire quantomeno indenni. E l'obiettivo è stato centrato dai ragazzi di Cozza, magistralmente posizionati e bloccati in difesa, tanto da indurre la Paganese a cambiare modulo per cercare di creare qualche occasione degna di tal nome. Con il 4-4-2 la musica è cambiata: i centrali di centrocampo (Romondini nel primo tempo è andato in difficoltà) hanno trovato negli esterni alti degli ottimi alleati in tema di costruzione ed evoluzione del gioco. Non tutte le colpe possono essere addossate al terreno di gioco impresentabile. E' vero che nella prima parte di gara la fase d'impostazione degli azzurri si è fatta desiderare a causa del manto erboso "nemico", ma è anche vero che la manovra è stata bloccata a causa delle maglie giallorosse troppo strette. Spesso, nel primo tempo, Romondini con la palla tra i piedi ha allargato le braccia quasi a dire "A chi la devo passare?!" e ritornava indietro ai difensori, per cause non imputabili a lui: dalla cintola in su, infatti, tutti i suoi compagni erano chiusi. Manovra più fluida nella ripresa: anche gli attaccanti si son svegliati, gli under terribili hanno ripreso coraggio, Soligo è salito in cattedra e soprattutto Romondini ora sapeva bene cosa fare col pallone tra i piedi.
Allora è un problema di modulo? Io, sinceramente, non me la sento di imputare questa colpa a Grassadonia. D'altra parte il 3-5-2 ad Avellino aveva convinto, e non poco, in entrambe le fasi. Anzi, a Grassadonia bisogna fare i complimenti perchè sta mostrando, in questo avvio del campionato, una maturità tattica davvero importante. Di questi tempi nella scorsa stagione, s'imputava al trainer salernitano di essere fermo sulle sue idee (4-4-2 riproposto sempre e comunque), mentre in queste prime quattro gare la formazione è sempre stata un rebus. Merito suo, ma anche della società che gli ha messo a disposizione calciatori versatili e che possono interpretare più situazioni tattiche. Fa ben sperare il fatto che le punte (finite dietro la lavagna dopo le prime due giornate) abbiano ripreso consapevolezza nei propri mezzi e stiano cercando con regolarità la porta. Purtroppo questo manca ancora ad Orlando, a Fava, a Tortori e pure a Caturano, che proprio ieri ha riassaporato il gusto dell'erba (dove c'era!). Bisogna lavorare, ha ragione Grassadonia, ma i presupposti ci sono! Ah, e lavoriamo anche al manto erboso...conviene alla Paganese e a questa squadra in primis!

Danilo Sorrentino - www.paganese.net