Una Paganese dai due volti non riesce a battere un Catanzaro timoroso
di incassare la terza sconfitta di fila e raccoglie il secondo pari
consecutivo. Potrebbe sintetizzarsi così la gara di ieri fra gli
azzurrostellati e le "Aquile" giallorosse, giunte a Pagani col chiaro intento di uscire quantomeno indenni.
E l'obiettivo è stato centrato dai ragazzi di Cozza, magistralmente posizionati e bloccati in difesa, tanto da indurre la Paganese a
cambiare modulo per cercare di creare qualche occasione degna di tal
nome. Con il 4-4-2 la musica è cambiata: i centrali di centrocampo (Romondini nel
primo tempo è andato in difficoltà) hanno trovato negli esterni alti
degli ottimi alleati in tema di costruzione ed evoluzione del gioco. Non
tutte le colpe possono essere addossate al terreno di gioco
impresentabile. E' vero che nella prima parte di gara la fase
d'impostazione degli azzurri si è fatta desiderare a causa del manto
erboso "nemico", ma è anche vero che la manovra è stata bloccata a causa delle maglie giallorosse troppo strette. Spesso, nel primo tempo, Romondini con la palla tra i piedi ha allargato le braccia quasi a dire "A chi la devo passare?!"
e ritornava indietro ai difensori, per cause non imputabili a lui:
dalla cintola in su, infatti, tutti i suoi compagni erano chiusi.
Manovra più fluida nella ripresa: anche gli attaccanti si son svegliati,
gli under terribili hanno ripreso coraggio, Soligo è salito in cattedra e soprattutto Romondini ora sapeva bene cosa fare col pallone tra i piedi.
Allora è un problema di modulo? Io, sinceramente, non me la sento di imputare questa colpa a Grassadonia. D'altra parte il 3-5-2 ad Avellino aveva convinto, e non poco, in entrambe le fasi. Anzi, a Grassadonia bisogna
fare i complimenti perchè sta mostrando, in questo avvio del
campionato, una maturità tattica davvero importante. Di questi tempi
nella scorsa stagione, s'imputava al trainer salernitano di essere fermo
sulle sue idee (4-4-2 riproposto sempre e comunque), mentre in queste
prime quattro gare la formazione è sempre stata un rebus. Merito suo, ma
anche della società che gli ha messo a disposizione calciatori
versatili e che possono interpretare più situazioni tattiche. Fa ben
sperare il fatto che le punte (finite dietro la lavagna dopo le prime
due giornate) abbiano ripreso consapevolezza nei propri mezzi e stiano
cercando con regolarità la porta. Purtroppo questo manca ancora ad Orlando, a Fava, a Tortori e pure a Caturano, che proprio ieri ha riassaporato il gusto dell'erba (dove c'era!). Bisogna lavorare, ha ragione Grassadonia, ma i presupposti ci sono! Ah, e lavoriamo anche al manto erboso...conviene alla Paganese e a questa squadra in primis!
Danilo Sorrentino - www.paganese.net