A questo punto, giocatela all’estero! Un coro unanime è partito ieri dalle tifoserie di Nocerina e Paganese, una volta diffusa la notizia che, stando alle indicazioni del Casms (determina numero 36 del 9 ottobre), il derby in programma il prossimo 28 ottobre si debba disputare in una regione non confinante con la Campania e pure a porte chiuse. Decisioni quantomeno discutibili quelli dell’Osservatorio del Ministero dell’Interno sulle Manifestazioni, che partono sì dai problemi di ordine pubblico verificatisi di recente, ma che penalizzano fortemente la parte sana delle due tifoserie, oltre ovviamente alle società stesse: un colpo fortissimo alle casse dei due club, che avrebbero potuto beneficiare di lauti incassi per un doppio confronto che, vista la rivalità sportiva, avrebbe attirato allo stadio il pubblico delle grandi occasioni. Invece no. E, sebbene quella del Comitato di Analisi del Ministero dell’Interno sia solo un’indicazione e non un obbligo, c’è da star certi che gli organi periferici dello Stato, Prefettura e Questura nella fattispecie, così come i vertici della Lega Pro decidano di seguire il suggerimento, disponendo la disputa del derby ad almeno trecento chilometri di distanza dalla sede naturale dell’incontro.
Una sonora sberla in pieno volto a tutto quanto fu promesso all’epoca dell’introduzione della Tessera del Tifoso, grazie alla quale si disse che ogni “vecchio” divieto avrebbe dovuto essere abolito. Che senso avrebbe giocarla in campo neutro e a porte chiuse? Un provvedimento del genere contribuirebbe davvero a sedare i bollenti spiriti di qualche testa calda? Contraddizioni varie, così come accaduto in occasione del derby a porte chiuse di Tim Cup nell’agosto scorso, con una “coda” violenta nella zona di Santa Chiara, la piazza che ormai tutti definiscono come la “Striscia di Gaza” che divide le due città. Dunque, più che allontanare la sola componente sportiva di questo derby, sarebbe il caso di sensibilizzare la parte sana delle due tifoserie, quella che si limita a “sfottere” l’avversario, senza mai degenerare in comportamenti aberranti. Non è un compito semplice, ma l’esempio in tal senso cominciano a darlo i due massimi dirigenti Giovanni Citarella e Raffaele Trapani, ancora una volta in prima linea per provare a bloccare le frange violente del tifo, quelle che, come si suol dire, col calcio non c’entrano assolutamente nulla. «Non è possibile che per trenta scalmanati paghi l’intera cittadinanza di Nocera e Pagani». E’ amareggiato il patron della Nocerina, che parla di «sconfitta per la Tessera del Tifoso e per gli organi preposti alla vigilanza e alla sicurezza delle manifestazioni sportive, qualora questa decisione fosse confermata. Per quanto ci riguarda - ha aggiunto Giovanni Citarella -, insieme alla dirigenza della Paganese abbiamo già inviato nei giorni scorsi una lettera agli organi competenti, proponendo di giocare le due partite alla presenza dei soli tifosi di casa. Evidentemente - ha concluso - questa lettera congiunta non è bastata, ma siamo pronti a scrivere ancora per far sì che le due città non vengano penalizzate per questo derby».
Sulla stessa lunghezza d’onda Raffaele Trapani, patron della Paganese, che parla di decisione senza senso, ma allo stesso tempo reputa «inconcepibile che nel 2012 ci siano ancora incidenti a margine di una partita di calcio. È una figuraccia a livello nazionale e faccio appello ad entrambe le tifoserie, affinché si dimostrino più mature e - ha concluso il massimo dirigente azzurrostellato - non penalizzino chi allo stadio ci va solo per vedere la partita».
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