23.12.12

Il ciclone Ciofani si abbatte sulla Paganese.

Tre doni sotto l’albero. Tre punti e tre gol per il Perugia e Daniel Ciofani, che fanno felici i tifosi biancorossi e che di certo alleggeriscono il clima intorno alla squadra guidata da Camplone. Tre gol, tutti sull’asse Politano-Ciofani. Rifinitore il primo, mattatore il secondo. Con Fabinho terzo incomodo, autore anche lui di un’ottima prestazione. Camplone non rinuncia al suo 4-3-3 e a conti fatti fa pure bene. Recupera Liviero, che dà corsa e fluidità (quelle mancate a Prato) sul binario di sinistra, e sceglie ancora una Fabinho per affiancare Politano e Ciofani nel tridente avanzato. Grassadonia risponde con un 3-5-2 tutto chiusura e ripartenze, con Caturano e Orlando riferimenti avanzati, Scarpa a ispirare. Cattiveria, cinismo, determinazione. Andrea Camplone aveva chiesto questo ai suoi ragazzi. E in neppure tre minuti loro lo fanno: incursione sulla destra di Politano, palla dietro a filo d’erba per chi c’è c’è, piattone facile di Ciofani. Resta il dubbio di una deviazione sulla linea di Fabinho (che poco prima si era reso pericoloso, udite udite, con un tiro di destro!), ma il gol è tutto suo, del centravanti ex rossoblù: il centesimo in carriera. Il più vispo dei locali resta Fabinho. Corsa lunga, dribbling, un altro paio di tentativi col piede miserabile (un indizio: non è il mancino) e soprattutto tanta voglia di far bene. La Paganese ha un’occasione con Caturano, imbeccato al 5’ da Calvarese, ma il suo colpo di testa si spegne sul fondo. Politano cerca il bis in fotocopia, ma il suo traversone a centroarea non trova uomini pronti a deviare. Ci si aspettava un Perugia guardingo, pronto a colpire in contropiede, e una Paganese manovriera, dal giropalla ubriacante. Ci si ritrova, nel giro di una mezz’ora, a commentare il match opposto. Al 20’ spunta pure un cane in campo: è Gala, lo storico pezzato che alberga al Ritrovo del Grifo, il bar alle spalle del Renato Curi. La memoria vola subito al Paganese-Perugia di qualche anno fa, quando, a parti invertite, successe più o meno la stessa cosa sul terreno di gioco del Marcello Torre. Corsi e ricorsi. I campani conquistano un paio di punizioni importanti sulla corsia sinistra, ma non le sfruttano a dovere. Gli umbri si affidano alla velocità delle sue ali. Di Fabinho si è già detto. Politano? Ispirato e propositivo. Sono proprio loro due a chiudere la frazione: il carioca con un terra aria che dal limite arriva alle stelle, sopra il settore occupato dagli ospiti; il secondo con un mancino sporco che Robertiello non fa fatica a bloccare in presa bassa. Al rientro in campo delle due squadre sono ancora una volta i grifoni, lucidi, aggressivi, concreti, a spingere forte sul pedale dell’acceleratore. Prima Fabinho: taglio al centro dalla corsia mancina e appoggio a destra per Politano, dribbling, cross per Ciofani, Fusco mette in calcio d’angolo. Poi Liviero: Pepe interrompe, di mestiere e fortuna. Infine Politano: cross in mezzo, Pepe intercetta di nuovo e Nunzella, nel tentativo di evitare il calcio d’angolo, rimette generosamente sui piedi del baby fenomeno. Accentrarsi e sparare in porta è un autentico esercizio di stile per Politano. Indovinare il tap-in del raddoppio, su respinta di Robertiello, roba da pulcini per l’accorrente Ciofani. Perugia due, Paganese zero. L’ultimo sussulto ospite è tutto nella punizione di Girardi (al 36’, sul fondo), ma a scrivere «The end» sulla partita è ancora una volta il Perugia, ancora una volta sull’asse Politano-Ciofani: il primo a rilanciare il contropiede, il secondo a concluderlo. Tre a zero e partita in archivio.