E adesso magari qualcuno dirà che la
vittoria del Grifo è dovuta alla inconsistenza della Paganese, che non
ha impensierito più di tanto o Grifoni, o al fatto che stavolta la
squadra ha tirato fuori gli attributi e si è impegnata più che a Prato o
Sorrento. Sarà anche così. Noi preferiamo pensare che la vittoria del
Perugia sia dovuta, in parte, alla miglior disposizione della squadra in
campo (dagli errori si impara, vero Camplone?), in parte, alla
buonissima prova del rientrante Liviero, in parte, alla vena esplosiva
di Politano, alle ritrovate geometrie di Esposito, che si è avvalso del
lavoro oscuro di Carloto e della corsa di Moscati, alla ritrovata vena
realizzativa di Ciofani, che se servito a dovere la butta dentro, e alle
prove volenterose e attente di tutti gli altri, anche di quel Fabinho,
al quale manca ancora qualcosa per diventare giocatore vero, ma che
sulla sinistra ha messo spesso in difficoltà la retroguardia campana. La
mano di Camplone c’è e si vede. Pochi i palloni sprecati, nessun lancio
da dietro, molte le giocate palla a terra, le sponde e le
sovrapposizioni, e pochi i rischi i difesa, dovuti quasi solo a palle
inattive su diverse punizioni (alcune delle quali generosamente concesse
dal fischietto ascolano), calciate in area, ma abbrancate tutte da un
attento e sicuro Koprivec. Ora la sosta, serena e rinfrancante, durante
la quale la società dovrà, necessariamente, studiare le mosse per il
mercato di gennaio, perché qualcosa da fare c’è, inutile nasconderlo, lo
staff medico dovrà darsi da fare per recuperare quanti più infortunati
possibile (oggi, alla già lunga lista sembra essersi aggiunto anche
Fabinho) ed il tecnico Camplone dovrà lavorare per limare e registrare
certi meccanismi che, quando girano a dovere, fanno del 4-3-3 un’arma
micidiale e vincente. Oggi ci siamo divertiti (facile dirlo dopo un3 a0
sulla Paganese). Come in occasione della gara vinta sul Viareggio,
abbiamo apprezzato schemi e geometrie piacevoli ed un calcio non
rimasticato ed improvvisato come in certe gare del passato. Per la
verità anche nella gara pareggiata col Frosinone, in occasione del
pareggio di Sorrento o anche a Prato, la squadra aveva fatto vedere
alcune cose positive, ma in queste circostanze certi episodi, certe
scelte tecniche e le condizioni del terreno non avevano consentito al
Grifo di spuntare qualcosa più dei due punti incamerati. In particolare
brucia molto (e pesa assai in termini di classifica) la mancata vittoria
col Frosinone. A 23 punti, il Perugia sarebbe quarto, staremmo parlando
di altro, e la media di Camplone sarebbe eccellente (10 punti in 5
gare, 2 p/g), invece di un 1,6 p/g, buono ma non ancora sufficiente per
risalire verso la zona play off.
Marco Casavecchia - www.ac-perugia.net