20.2.13

Grassadonia: "Avevo rassegnato le dimissioni ma Trapani mi ha detto che non ero io il problema".

Paganese.net presso la sede sociale di via Albanese ha raccolto le impressioni rilasciate dal tecnico Gianluca Grassadonia durante la classica conferenza di metà settimana durante la quale ha parlato a 360° del momento che gli azzurrostellati stanno attraversando
Una sola vittoria nelle ultime dieci partite, uno score negativo rispetto all'inizio del campionato. Qual'è la sua analisi?
"E' un cammino da zona retrocessione come d'altronde dice la classifica odierna. Questa posizione ci deve far capire che dobbiamo cambiare la mentalità per fare un altro tipo di campionato. Dobbiamo così mettere da parte la flebile speranza che abbiamo avuto finora di poter disputare un campionato importante e avere una mentalità operaia per raggiungere la salvezza che è diventato obiettivo non facile. Si preannuncia una restante parte di campionato di sofferenza, passione e di grande agonismo, cosa che ci è mancato domenica soprattutto nella prima frazione di gioco".
Cosa ha detto martedì alla ripresa al gruppo nel chiuso dello spogliatoio?
"Alla squadra ho detto la stessa cosa. Dobbiamo cambiare la visione che abbiamo avuto finora del campionato perchè purtroppo domenica è iniziato un altro campionato. Abbiamo dimostrato di non avere neanche la mentalità delle squadre che lottano veramente per la salvezza, se non cambieremo faremo gran fatica".
Ad una sola lunghezza dalla zona Play-out quale è il timore della squadra e quale la consapevolezza per venirne fuori?
"La consapevolezza è quella di giocare sempre col coltello tra i denti e che non dovremo ripetere prestazioni sottotono soprattutto dal punto di vista mentale come avvenuto domenica. Purtroppo anche con il Prato abbiamo dimostrato di essere una squadra che viene meno nei momenti topici perchè nel caso che avessimo centrato la vittoria domenica avremmo intravisto una piccola luce vero l'alto. Sono, invece, preoccupato. L'ho detto anche ieri alla società perchè domenica, soprattutto nel primo tempo, non c'è stata quella prestazione e reazione che mi aspettavo".
C'è qualcosa anche a livello tecnico che sta frenando questa squadra?
"No. E' un discorso esclusivamente mentale. Non penso che sia un discorso puramente tecnico che di modulo. C'è bisogno di cambiare atteggiamento mentale, di non aver paura scendendo in campo con la giusta cattiveria. Bisogna fare punti velocemente".
Qual'è l'autocritica che muove verso se stesso?
"Credo che bisogna venir fuori da un equivoco e capire veramente chi siamo. Per un lasso di tempo siamo stati in una posizione importante sempre ad un passo dal cosidetto salto di qualità che, però, non è mai giunto. Forse ci siamo lasciati andare un pò a partire dal sottoscritto. Domenica, per esempio, sulla lavagna ho riportato la classifica e ho detto detto che se l'avessimo centrata, avremmo, con una partita in meno, aggrapparci a qualcosa di importante. Invece, abbiamo disputato una gara a livello mentale pari a zero che ti fa porre delle domande.
Ho parlato ovviamente con la società di tutto ciò e come ho fatto altre volte ho detto alla società che se il problema fossi stato io, avrei lasciato senza alcun problema. E' successo dopo il pari con l'Andria, dopo Catanzaro e anche ieri con le mie dimissioni sul tavolo per essere firmate. Il presidente, invece, mi ha detto che non ero io il problema altrimenti avrebbe già cambiato l'allenatore. Adesso bisogna lavorare sulla testa dei ragazzi e fargli capire che dobbiamo cambiare a livello mentale tanto da andare a Pisa alla ripresa a fare una vera e propria guerra. Dovremo ritornare ad essere la squadra di Lamezia, di Chieti. Una squadra che voleva fortemente raggiungere un qualcosa!"

Guardando la rosa e il passato importante dei calciatori, non ci saremmo aspettati un calo mentale così vistoso. Come se lo spiega?
"Perchè ultimamente abbiamo giocato poco da squadra e più sul singolo. Dobbiamo ritornare ad essere squadra nonostante in questo gruppo manca un vero e proprio leader dalla grande personalità che sappia dare la scossa a livello mentale. Puoi aver giocato anche tanti anni in B ma se non hai tra le caratteristiche non puoi farci niente. Aldilà di ciò se avremo una mentalità operaia non dovrebbero esserci problemi. Il primo responsabile di ciò resto sempre io perchè non sono riuscito a trasmettere la cattiveria agonistica giusta".
Qual'è la soluzione per venirne fuori?
Lavoro, solo lavoro oltre al fatto che dobbiamo ricompattarci. Dobbiamo capire tutti che il campionato della Paganese ora è cambiato e stringerci tutto intorno per conservare la categoria. La squadra dovrà migliorare facendo meno cavolate a partire dalla giornate di squalifiche che i calciatori hanno beccato negli ultimi turni: a Catanzaro mancavano Fava e Fernandez; a Gubbio Babù, Fusco e Caturano; domenica col Prato Babù, Fernandez e Tortori. Così diventa anche difficile cambiare la gara in corso d'opera soprattutto in chiave offensiva. Domenica ad esempio avevo in panchina ben quattro difensori, un centrocampista e un attaccante che era Fava. Ai ragazzi ho detto: basta cazzate perchè in questo momento c'è bisogno di tutti. Sono tutti piccoli episodi che nel complesso insieme agli errori di tecnico e calciatori pesano sull'economia del campionato. Posso tranquillamente affermare che la fortuna non è mai stata dalla nostra parte, basti vedere il calcio di rigore non fischiato su Caturano domenica sul finale di gara"

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