Ero convintissimo che vincere non sarebbe stato tanto facile e scontato, nonostante gli evidentissimi limiti recenti ed antichi della Carrarese ma DOVEVA essere l'unico risultato da raggiungere, a tutti i costi ed in qualsiasi modo, per una Paganese giunta in Toscana assillata da irrisolti problemi di natura tecnica, tattica e mentale.
La vittoria non allontana dubbi, perplessità e paure, ma aiuta a ritrovare serenità e fiducia e la convinzione che, nonostante tutto, questa "impresa" non sarà poi tanto difficile da centrare.
Il percorso è ancora lungo ed irto di insidiose difficoltà, la classifica dice che ad oggi la Paganese è quint'ultima perchè in svantaggio rispetto al Viareggio nei confronti diretti, ignorare questa inconfutabile realtà ed eccedere in trionfalismi e autocelebrazioni potrebbe essere pericoloso e penalizzante.
Certo dare uno sguardo attento ed approfondito alla classifica attuale di questo equilibratissimo campionato, fa riemergere qualche imperdonabile rammarico e moltiplicare una miriade di interrogativi.
Ripensare a ciò che poteva essere e non è stato potrebbe, però, essere solo uno sterile autolesionismo, bisognerà fare la corsa su Viareggio e Prato che anche ieri hanno dato l'ennesima dimostrazione di squadre con tanta voglia di lottare e la rabbiosa determinazione di voler centrare una salvezza che, per loro sì, sarebbe un autentico trionfo di programmazione tecnica e gestionale.
La Paganese aveva altre aspirazioni ma è troppo tardi per ravvivarle e rinfocolarle, il campionato degli azzurro stellati era e rimane la perfetta sintesi di discontinuità, di momenti e prestazioni esaltanti alternate e cancellate da incomprensibili e colpevoli frenate non dipendenti dalla imprevedibilità del calcio né "da infortuni e squalifiche" ma solo da limiti derivanti da una non felice utilizzazione delle risorse che erano e restano altamente competitive.
La vittoria a Carrara è stata, per me, raggiunta non tanto e non solo per la compattezza del gruppo ma soprattutto per le prodezze del redivivo Ciarcià e del ritrovato feeling col gol del bistrattato ma indispensabile Girardi.....
Ieri è stata l'ennesima dimostrazione che la Paganese, nonostante, le assenze di Fernandez e Scarpa possiede illimitate, risorse tecniche e calciatori in grado di essere decisivi e determinanti se e quando vengono messi nelle condizioni di evidenziare le loro peculiarità.
Non è stato il caso del bravo Tortori, utilizzato ancora, testardamente, da centrocampista incursore, ruolo che non si addice per niente alle sue caratteristiche ma ne limita, brio, rapidità, imprevedibilità sul breve e lucida concretezza sottorete.
Certo i rimpianti rimangono ma si deve guardare avanti, si dovranno affrontare avversari per niente remissivi e tutti con obiettivi importanti da raggiungere.
Domenica arriva al "Torre" un Benevento che ha ritrovato da tempo compattezza ed equilibrio e pur non giocando un gran calcio è ad un punto dai play-off e decisissimo a conquistarli.
Non basterà la utilitaristica prestazione di Carrara, ci vorrà molto di più, dico che basterà una proficua ed indovinata scelta fra le numerosissime opzioni a disposizione per bilanciare la loro potenzialità di organico solo apparentemente superiore.
Mettere da parte fantasmi e paure, ritrovare fiducia ed ulteriore consapevolezza delle proprie innumerevoli risorse, aiuterà a scacciare le streghe e riiniziare un percorso colpevolmente ed irrimediabilmente interrotto.
Carlo Vitiello per paganese.it