Sempre più giù
Altro che festività pasquali, per questo Barletta la resurrezione
"calcistica" appare davvero lontana. Anche in quel di Pagani, sul
terreno del "Marcello Torre", i biancorossi non hanno trovato la via del
gol e sono tornati a subire il consueto "golletto" senza essere capaci
di rimontare, pur impensierendo in almeno 3 occasioni l'estremo
avversario Marruocco. Troppo poco, per una squadra che pur di fronte a
limiti tecnici lapalissiani dovrebbe giocare con la "bava alla bocca",
una caratteristica presente solo in pochi elementi in rosa e non per
tutta la gara. Lo 0-1 inflitto dagli azzurrostellati, formazione esperta
e abile nel possesso palla ma non certo trascendentale, è la fotografia
della stagione biancorossa, caratterizzata da un unico refrain, quello
del "vorrei ma non posso". Dal bicchiere mezzo pieno di qualche
settimana fa, si è lentamente passati a un recipiente semi-vuoto.
La storia si ripete
La sensazione, quando si assiste a un incontro del Barletta edizione
2012/2013, è quella di una pellicola in costante riavvolgimento. Anche
ieri, eccezion fatta per la chance di La Mantia, è sembrato di vedere
una squadra che lentamente esauriva le risorse psico-fisiche, adagiata
sul suo ineffabile destino: un atteggiamento che una formazione in
ultima posizione, con altre due squadre (il Sorrento è oggi ultimo per
classifica avulsa) non deve e può permettersi. Addirittura è sembrato di
vedere la stessa gara dell'andata per certi tratti: formazione
volenterosa ma sopraffatta dalla maggiore esperienza avversaria, e poche
idee ma confuse, con una squadra che tende a sfilacciarsi nel tempo. A
Pagani è così maturata la quindicesima sconfitta stagionale, la
"nuttata" deve ancora passare.
Difesa non più rock, attacco lento
Dopo tre incontri da imbattuta, ieri la retroguardia biancorossa è stata
beffata. Al 7' un errore in mediana e un avventato posizionamento del
duo Camilleri-Di Bella ha lasciato via libera a Caturano, il quale ha
puntato Burzigotti, lasciandolo sul posto e fulminando Liverani. Centro
numero 38 al passivo in questo campionato e situazione di pericolo che è
stata poi replicata durante la gara: prima una penetrazione centrale di
Girardi è stata stoppata da Burzigotti a colpo sicuro, poi lo stesso
Girardi ha colto la traversa su cross di Ciarcià. Un piccolo passo
indietro rispetto agli oliati meccanismi visti contro Frosinone, Andria e
Sorrento, dettato anche dalla scarsa fisicità della quale Orlandi ha
potuto disporre in mediana, complici le assenze di Piccinni, Prutsch e
Dall'Oglio. Capitolo-attacco: qualcuno ieri sugli spalti del "Torre"
inneggiava all'esorcismo per togliere il malocchio a La Mantia &
company, ma per stessa ammissione dell'allenatore biancorosso questa è
una squadra con difficoltà nel fare gol alla radice. Ieri è stato
lanciato nella mischia dal 1' un esterno come Cicerelli nei panni di
seconda punta, con esiti rivedibili: nella ripresa, con il 3-4-3 e
l'innesto di Carretta in particolare e Simoncelli, si è vista maggiore
spinta e capacità di portare la Paganese all'"uno contro uno" in area.
Che sia un estremo tentativo per il futuro?
Lo specchio ti riflette
Squadra a tratti apatica, dunque, smarrita e anche sfortunata: il
ritratto di quello che è stato il Barletta dietro le quinte in questa
stagione, quasi in simbiosi con i suoi dirigenti. Dalla squadra vogliosa
di stupire, plasmata da Pavone con basi ballerine, destinata a crollare
su sè stessa come spesso avvenuto durante il girone di andata, si è
passati a un organico privo della grinta necessaria, della voglia di
andare oltre l'ostacolo, quasi "arrugginito" in alcuni suoi componenti,
quasi una "figura" del direttore sportivo Gabriele Martino, arrivato a
Barletta in gennaio con l'obbligo di rinforzare adeguatamente la
squadra, obiettivo non centrato. E oggi in via Veneto se ne pagano le
conseguenze. E il fatto che ad aprile, quando mancano quattro turni al
termine della regular season, si sia ancora in attesa del transfert per
Schulmeister per annoverare in rosa un bomber con credenziali tali, la
dice lunga sull'andamento di una stagione nata tra le nubi e proseguita
nella nebbia.
Un...Prato di speranze: basta errori
Quattro partite, 360 minuti, una sola ricetta: abbassare la testa,
lavorare con un solo obiettivo e capire chiaramente chi se la sente e
chi no. Il Barletta si appresta a vivere un mese di "battaglie"
sportive, dove gli schemi e gli orpelli conteranno ben poco: sarà tempo
di lavorare di fioretto e colpire gli avversari, pena la morte sportiva,
identificata nella retrocessione diretta. Si riparte dal 17, come i
punti che con Sorrento e Carrarese appaiano oggi i biancorossi in ultima
posizione. Domenica al "Puttilli" arriva il Prato, nome che evoca il
verde speranza. E' l'ultima chiamata, i match-ball, anche quelli
supplettivi, e i bonus sono davvero finiti.
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