16.6.13

Cocchino D'Eboli ricorda Carlo Vitiello.

Ha suscitato molta commozione, negli ambienti paganesi, la notizia della scomparsa del direttore sportivo Carlo Vitiello.
Alla Paganese a metà degli anni novanta, ai tempi della presidenza Campitiello con la neonata Real, Vitiello era rimasto legato al popolo azzurrostellato che lo stimava, apprezzandone la critica mai banale, seguendolo come opinionista nei contenitori dedicati alla formazione azzurrostellata, prima in "Azzurrissima" in onda su Telenuova e nella passata stagione in "Alè Paganese" sugli schermi di Quarto Canale.
Assiduo frequentatore del "Marcello Torre" ha sempre manifestato la sua spiccata simpatia per i colori azzurrostellati curando, su questa testata, una rubrica molto seguita, “La vedo così“.
Qualche mese fa un malore l’aveva costretto a letto in ospedale, i segnali di un recupero erano sati confortanti, prima del peggioramento delle condizioni sino alla scomparsa avvenuta nella tarda mattinata.
Particolarmente colpito dalla notizia il Direttore Generale della Paganese che ne traccia un ricordo: "E’ stata una mazzata a livello morale per me questa notizia. Ero legato da profonda e schietta amicizia con il maestro, così lo chiamavo, perché era uno che di calcio ne masticava tanto, prima come direttore poi come osservatore in tutte le categorie, dai dilettanti al professionismo, è una grave perdita per il nostro mondo, persona vera che ti diceva in faccia quello che pensava senza preconcetti".
Poi D’Eboli svela un curioso aneddoto che lo vide protagonista: "Carlo Vitiello definì il mio passaggio, quando ero calciatore, dalla Pollese al Marina di Camerota. Era il 1984, fu così che lo conobbi ma già era affermato a quel livello. Poi ha fatto una grande carriera con il Foggia, la Salernitana, il Sorrento, la Nocerina, la Paganese- sottolinea D’Eboli. S’instaurò un gran rapporto, rafforzatosi in questi miei anni a Pagani. Spesso ci sentivamo e ci siamo confrontati sulla Paganese di cui era un tifoso e ne apprezzavo le critiche come opinionista sulle quali c’era da riflettere".
D’Eboli un mese fa lo aveva sentito per capire le sue condizioni: "Era contento della mia chiamata, l’avevo sentito in ripresa, gli dissi di tenere duro, che lui nella vita era un leone e aveva sempre lottato, poi ho saputo del peggioramento ma era stabile e non pensavo che le cose precipitassero così, sono molto rattristato”.
Il ricordo del direttore generale si chiude con un pensiero: "Spero che anche da lassù volga il suo sguardo alla sua Paganese, ci incontravamo spesso al "Torre" e dall’anno prossimo ci sarà un vuoto in tribuna ma soprattutto nel mio cuore".

Peppe Nocera - paganese.it