di Nino Ruggiero
Questa volta, ad onor del vero, non so da dove cominciare. E’ ancora
troppo grande la delusione per un risultato bugiardo che premia – al di
là dei propri meriti – il Pontedera che, in definitiva, deve solo
raccogliere quello che gli è stato graziosamente donato. Forse “chi è causa dei suoi mali pianga se stesso” è il proverbio che può fotografare al meglio la gara con la compagine toscana.
Fa proprio tutto la Paganese. Fa, disfa, commette errori su errori: dà
una mano generosa al Pontedera con uno sfortunato autogol, segna un gol a
lungo cercato e poi, proprio alla fine, regala un grazioso calcio di
rigore agli avversari di turno.
I giovani, già, i giovani. Croce e delizia, oggi per la verità
soprattutto croce, per il fine palato di un pubblico che – nonostante la
fame di vittoria che aleggia sempre su un campo di calcio – forse ha
anche capito e condiviso il progetto societario che per ragioni
strettamente contabili ed amministrativi deve essere per forza di cose
oculata. Prova ne siano gli applausi decretati alla squadra durante e
dopo la sfortunata gara con i toscani. Comprendere, capire, condividere
sono verbi che cominciano a far parte del vocabolario dei veri sportivi
paganesi, ma “regalare” è un verbo che non può appartenere alla cultura
calcistica di una città che ha nel suo dna i germi repressi del
successo.
I giovani vanno sostenuti ed incoraggiati; soprattutto devono giocare
perché è il contatto con il calcio vero che li fa maturare. Certo, ma
nel calcio ci sono anche i risultati; e non se ne può fare a meno, anche
quando si gioca un campionato anomalo che non contempla retrocessioni.
Se non ci sono retrocessioni, ci sono però le promozioni e – se è vero
che qualcuno pensa di arrivare nella griglia delle otto squadre che nel
giugno prossimo si giocheranno uno dei posti per la serie B – è anche
giusto che determinate cose vadano dette.
Mi dispiace dirlo, ma credo che al momento la squadra, così come è
schierata e composta, non possa andare al di là di un campionato
anonimo, per non dire deludente. Intendiamoci, non perché i giovani che
la compongono abbiano scarse qualità tecniche ed attitudinali. C’è però
troppa gioventù in campo e la sola gioventù, per quanto di valore, nel
calcio non basta. Vorrei essere smentito dal campo, ma credo che la
squadra sia male assortita, nel senso che a tanti giovani interessanti e
di avvenire non sono stati assicurate le spalle forti di elementi di
esperienza che, messi nei posti giusti, solitamente fanno maturare e
crescere proprio i giovani di talento. Certo, è sempre tutto da
collegare con il problema dei costi e del bilancio societario, ma ad
onor del vero, proprio perché in formazione ci sono giovani di assoluto
valore tecnico e di avvenire, un po’ di esperienza in più – soprattutto
in difesa e a centrocampo – non guasterebbe. Basterà l’innesto del solo
Panariello in una difesa apparsa piuttosto ballerina in più di una
occasione? L’interrogativo sarà sciolto nelle prossime tornate. E poi
ancora: Velardi è l’elemento giusto per guidare un centrocampo apparso
senz’anima pensante? Qualche dubbio credo debba averlo lo stesso Maurizi
se nella ripresa ha schierato Martinovic, elemento più portato
all’offesa che alla costruzione, al posto dell’ex foggiano lasciando il
povero Franco da solo a gestire gli affari del centrocampo.
Nel calcio si fa sempre un gran parlare di moduli, con numeri che
dovrebbero esprimere gli schieramenti tattici; credo che in pochi si
siano accorti di un 3-4-3 invece che di 3-5-2; numeri da lavagna, da
teorici incalliti, destinati a naufragare impietosamente davanti ad un
calcio vero fatto di sudore e di sacrifici che premia soprattutto i
valori tecnici ed agonistici.
Tutti invece si sono accorti che la squadra ha giocato un primo tempo
così così, seguito da un secondo tempo generoso ed arrembante meritevole
di maggiori fortune. Tutti hanno visto e notato che, soprattutto nel
primo tempo, c’è stato scollamento nei reparti; che la squadra non ha
macinato gioco nella zona di centrocampo; che si è preferito quasi
sempre il lancio lungo in avanti per cercare la velocità e la buona
predisposizione allo scatto di Nascimento, detto anche William, che, fin
che ha avuto fiato, è risultato essere una vera spina nel fianco della
difesa avversaria. Tutti hanno visto e notato che gli schemi da calcio
d’angolo vanno rivisti ed aggiornati; che significato tattico può avere
un tocco laterale dalla bandierina per un elemento che comunque poi
cerca di rimettere il pallone al centro? non ci sono forse colpitori di
testa? nell’affermativa, non è la stessa cosa se poi il pallone viene
scodellato ugualmente al centro? Misteri.
Le impressioni sulla prestazione della squadra non sono catastrofiche,
al di là del risultato. Posso dire di aver visto alcune buone
individualità. Tutto da verificare, invece, il discorso tattico che al
momento risulta raffazzonato ed improvvisato. La difesa ha presentato
uno Svedkauskas già in buona forma anche l’intesa con i compagni di
reparto è ancora tutta da formare. E’ la fascia sinistra dello
schieramento che convince poco. Amelio dimostra di avere un sinistro di
tutto rispetto ma incide poco in avanti; per giunta, quando si fa
vedere, non viene mai servito e di conseguenza la fascia sinistra vive
solo sugli spunti di Deli che ha buoni numeri ma che deve crescere
ancora in scaltrezza e senso di squadra. A destra, Monopoli, affiancato
ed assistito da un Meola già in smaglianti condizioni, gioca un’onesta
partita senza strafare. Problemi, invece, al centro dell’area con Toppan
e Perrotta apparsa come una coppia male assortita.
Le note positive sono per Franco, bravo ad assistere la difesa nei
momenti critici della partita; per Meola, che ha personalità,
intelligenza e senso tattico non comune; per Nascimento William, che
deve solo entrare presto in forma perché le qualità tecniche non gli
mancano; per De Sena, in ultimo, una piccola indomabile zanzara,
encomiabile per impegno e per dedizione alla maglia. Su questi elementi
Maurizi dovrà costruire le sue certezze.
E adesso pensiamo già all’Ascoli che vedremo all’opera domenica prossima al “Marcello Torre”.
Nino Ruggiero - Paganese Graffiti
nella foto il gol del momentaneo pareggio paganese ad opera di De Sena