17.12.13

Paganese, tutto secondo copione.

Altro giro, altra sconfitta. La Paganese si arrende ancora davanti al pubblico amico. Questa volta a trionfare è il Catanzaro. Il copione è il solito: al "Torre", una volta campo temuto dagli avversari, gli ospiti si prendono gioco della giovane squadra azzurrostellata portando a casa i tre punti. Spettatori? Poco più di cento. 

Pochissimi, meno del solito. 
Ma guai a lamentarsi della poca affluenza all’impianto sportivo cittadino. Perché quando i risultati non arrivano, la gente decide spesso di disertare. Ma quando i risultati non arrivano, e chi può trovare rimedio ai propri errori decide testardamente di perseverare, è inevitabile che i più si sentano offesi e presi in giro e la loro passione svanisca. Insomma: niente risultati, niente tifosi


I numeri della Paganese sono vergognosi: 12 sconfitte, un pareggio e due vittorie in 15 partite disputate. Eppure, nonostante questo, Agenore Maurizi è ancora saldamente legato alla sua panchina. E’ vero: il tecnico di Colleferro si trova ad allenare una squadra costruita con due occhi al portafogli e poche attenzioni al tasso tecnico. Ma a tutto c’è un limite.



A quanto pare, però, la pazienza della società è infinita. Al contrario di quella dei tifosi. I quali, immaginiamo, si staranno chiedendo dove sia finita la normalità. Dove sono finite le partite avvincenti di un tempo? Dove è finita la tensione che accompagnava ogni gara? Dove sono finite le lotte per non retrocedere? 
Le riforme volute dalla Lega hanno senz’altro rovinato il calcio di terza serie. Derby senza tifosi e senza interessi, mentalità aziendaliste e presidenti fin troppo dediti al ‘perdono’ nei confronti dei propri dipendenti lo hanno probabilmente ucciso. 
  
"Il calcio, oggi, è sempre più un’industria e sempre meno un gioco", diceva un certo Zdenek Zeman qualche tempo fa. Qualcuno si sente di contraddirlo? 

Gianluca Pepe