Continua la maledizione delle trasferte. I giallorossi tornano ancora una volta senza i tre punti nonostante di fronte ci fosse una squadra sulla carta nettamente più debole. E in effetti anche in campo la differenza s’è vista. Gli azzurrostellati con un solo tiro sono riusciti a mettere le mani su un punto per loro prezioso. Da qui la rabbia, l’amarezza, le perplessità di un Benevento che proprio non riesce a decollare in un girone che inizia a tirar fuori le vere protagoniste. Il Frosinone fa la voce grossa ad Ascoli, il Perugia non si fa scappare l’occasione con la Nocerina, il Lecce sta recuperando il terreno perduto, cosa che avrebbe dovuto fare anche la strega. Carboni scuote la testa: questa volta ci ha creduto fino all’ultimo consapevole (lui) che i suoi uomini gli hanno dato tutto. Sicuramente rispetto a Catanzaro e Viareggio la performance è stata di gran lungo migliore, dopotutto soprattutto al Dei Pini era stato toccato il fondo. Ma ancora una volta questo Benevento è inciampato nei soliti problemi: un solo gol realizzato rispetto alle tante occasioni finite sui piedi degli attaccanti (spreconi) e una rete, quella degli avversari che hanno avuto il merito di affacciarsi una sola volta dalle parti di Gori. Una partita così la si archivierebbe tranquillamente come giornata sfortunata se fosse però un caso isolato, ma con alle spalle situazioni (e punti persi) come Catanzaro (un tiro e un gol subito) e Grosseto (potremmo continuare su questa strada) c’è da chiedersi cosa non va. E pensare che il ritrovato Altinier sembrava la medicina giusta per questo Benevento. L’attaccante mantovano si è mosso bene, ha segnato e ha dato supporto a un giocatore importante come Evacuo. E’ tornata perfino la difesa titolare, ma nemmeno questa ha consentito al Benevento di non subire reti e di conquistare finalmente una vittoria esterna. In una partita come quella al Torre sicuramente è mancata la qualità a centrocampo, quella che non avrebbe potuto dare nemmeno chi è rimasto ai margini come De Risio e come Montiel, il primo per caratteristiche, il secondo perché non riesce ancora a trovare una sua identità. E allora l’unico rimedio lo si intravede nel mercato dove stavolta sarà bene seguire alla lettera le indicazioni del tecnico (confermato) che in estate ha parlato una lingua diversa rispetto al diesse Pastore allestendo così una squadra con dei limiti nascosti “inizialmente” dalla presenza di giocatori importanti. Correre ai ripari sarà fondamentale per provare a giocarsi il tutto per tutto nei play off in un ambiente che però dovrà svestire i panni del pessimismo. Perché nonostante ci siano tutti i presupposti per piangersi addosso anche dopo la prestazione di Pagani, un buon commercialista insegna che i conti vanno fatti solo alla fine.
benevento.ottopagine.net