E’ in cima alla lista stilata dal direttore generale Cosimo D’Eboli per la panchina della Paganese. Sasà Campilongo, ex tecnico di Cavese, Foggia,Empoli e Ischia, si confessa a 360° alla trasmissione “Paganesemania” condotta da Peppe Nocera in onda i venerdi su VideoNola (canale 88 dgt)
Domenica ha assistito da vicino a Paganese – Salernitana. Che match è stato?
“Le motivazioni hanno fatto la differenza, la Paganese dopo un
campionato mediocre aveva voglia di regalare una gioia, una vittoria a
tifosi e società in un derby come quello con la Salernitana. I granata,
invece, avevano la mente già rivolta ai Play)off. Sono rimasto colpito,
oltre all’accoglienza che ho avuto domenica in Tribuna anche da semplici
tifosi, da Deli, calciatore classe ’94 che ha una marcia in più
rispetto ai pari età. Stesso discorso per Volturo che ha una bella
prospettiva da portiere. E’ difficile dare uno giudizio su tutti gli
altri guardando un solo match: coi giovani bisogna lavorarci giorno dopo
giorno e vedere quali sono i margini di crescita”
Dopo l’esperienza di Ischia, che tipo di progetto cerca Sasà Campilongo?
“Avevo
sposato con grande entusiasmo il progetto Ischia che all’apparenza
sembrava importante prima di rivelarsi una mezza bufala per volontà del
presidente che non ha avuto da Ischia quello che si aspettava. Lì non ho
pagato una situazione tecnica perchè quando sono andato via la squadra
era settima, ma una situazione societaria e la decisione di dare un
netto taglio al monte ingaggio. Cerco un progetto che mi consente di
allenare a 360° sul campo, non sono un tecnico da scrivania che porta
calciatori. Adotto un mio preciso sistema di gioco (4-3-3) con le dovute
modifiche poi a gara in corso. Ho bisogno di serenità, del supporto
costante di una società e una struttura dove poter lavorare e crescere i
giovani. La mia carriera si era incanalata sulla strada giusta fino ad
Empoli quando poi si è interrotta bruscamente. Voglio riprendere quel
filo con una squadra ed una società che mi permetta di fare ciò in un
lasso di tempo di due/tre anni”
Voci di mercato parlano di un reale interessamento della Paganese per la prossima stagione. Quanto c’è di vero?
“Non
nego che ne ho parlato con il direttore alcune volte e mi ha sempre
detto che già da alcuni anni vuole lavorare con me. Da parte mia c’è
tutta la volontà a patto che sia un programma vero con basi solide per
costruire qualcosa di buono in due/tre anni lavorando anche con i
giovani ed un gruppo composto da cinque/sei calciatori esperti di
categoria. Non intendo i trentacinquenni ma al massimo i ventisettenne
con esperienza capaci di far da chioccia ai giovani provenienti dai vari
settori giovanili di A e B o a qualche talento pescato dalla serie D.
Non ho nessuna preclusione, anzi sarei onorato di potermi sedere sulla
panchina della Paganese”
Si prospetta un campionato difficilissimo con tante squadra
blasonate. La prossima stagione è vietato sbagliare, c’è il baratro
della D...
“E’ vero, ci sono tantissime squadra
blasonate ma non è questo il problema. Le grandi piazze non spaventano.
Il problema è trovare un progetto ben preciso con delle strutture dove
poter allenarsi e crescere. Con queste basi nessun raggruppamento può
spaventare. Con il lavoro si raggiungono i risultati, non basta spendere
soltanto soldi. Basta pensare all’era Moratti all’Inter che ha
sperperato tanto e vinto solo con Mourinho. C’è bisogno di
programmazione e strutture. Ad esempio, per un allenatore da campo come
me poter lavorare anche tre/quattro ore con i suoi ragazzi è differente
da quell’ora e mezza per poi essere costretti a lasciare l’impianto
perchè dopo c’è la scuola calcio o un’altra squadra. Avendo poi la
possibilità di far crescere i giovani approntando un potenziamento
specifico con i miei collaboratori. Questo è il futuro!”
Che progetto le ha illustrato il direttore D’Eboli?
“Il
direttore ha parlato chiaro: nel campionato appena concluso la società
ha puntato al risparmio dopo aver speso tanto l’anno precedente in cui
non sono riusciti a centrare i Playoff ma soltanto una salvezza con
alcune giornate di anticipo. Il discorso futuro è legato a vicende anche
extra calcistiche come la gestione completa dello stadio e il
restaiyling dell’intera struttura. Sarebbe ideale per una compagine di
Lega PRO avere a disposizione una buona struttura ed un terreno di gioco
sintetico di ultima generazione. Il presidente fa bene a pensare ciò.
Soltanto così si costruisce un futuro solido”
Dopo il match con la Salernitana, c’è stato qualche altro contatto con il club azzurrostellato?
“Non
c’è stato nessuno contatto anche perchè avendo subito un piccolo
intervento la settimana fa, sono stato qualche giorno in convalescenza.
Non ho parlato con nessuno del mondo calcistico. L’ultima volta che ci
siamo visti con il direttore è stato quindici giorni fa all’Arechi
durante Salernitana – Perugia. Parlammo anche del progetto futuro della
Paganese e di un prossimo incontro con il presidente Trapani”
Non solo Paganese però. Si parla di un interessamento anche di Juve Stabia e Casertana, cosa c’è di vero?
“Con
la Juve Stabia sono solo voci non c’è stato nessun contatto a
differenza di quanto avvenuto con la Casertana. Ho incontrato con il
direttore ed il presidente e mi hanno riferito di voler puntare su di me
per l’immediato futuro. Ci siamo sentiti tre volte parlando
dell’eventuale progetto senza, però, chiudere niente”.
Paganese e Casertana, chi è in vantaggio?
“La
Casertana. Lì abbiamo affrontato un discorso un pò più concreto.
Abbiamo parlato anche di ingaggio, di calciatori, di numeri. Con la
Paganese, invece, c’è stato soltanto un pour parler con il direttore
D’Eboli in attesa dell’incontro con il presidente Trapani”
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