Una stagione che più triste non si può, non c'è stata e forse, ci auguriamo, non ci sarà. Il derby con la Salernitana è
stato l'ultimo atto di un campionato infinito, conclusosi con una punta
di soddisfazione in più rispetto a come lo si stava chiudendo.
Ma i riflettori della Paganese, ora, sono tutti
puntati sul futuro. Se il campo ha distratto, fino a questo momento,
anche i più attenti, adesso si comincia a fare sul serio. Già da diverso
tempo il club azzurrostellato sta programmando il futuro, ossia dal
giorno in cui (dopo la sconfitta col Viareggio) si è alzata la bandiera
bianca e tirato i remi in barca, pensando all'entusiasmante prossimo
torneo di Lega Pro. Quello nel quale la Paganese non può permettersi errori, e comunque in maniera minima rispetto all'anno appena passato ma anche i precedenti. Il presidente Trapani,
a dire il vero, dopo le delusioni ha sempre fatto emergere il proprio
orgoglio, costruendo cavalcate trionfali, come la promozione in C2 nel
2006 e il ritorno in Prima Divisione nel 2012. Ma
questa sua voglia va a scontrarsi con un momento comunque delicato per
la società. Nell'ultimo anno c'è stato l'allontanarsi di alcuni
dirigenti che ormai da anni erano al fianco della famiglia Trapani,
sia per dei risultati scadenti ma soprattutto per il grave momento di
crisi che si sta vivendo. Qualche spiraglio, da questo punto di vista,
lo si intravede, dato che probabilmente nuove forze potrebbero
avvicinarsi alla Paganese, anche esterne alla città di
Sant'Alfonso. Una potenza economica che comunque deve fare il paio con
un potenziamento delle varie figure societarie, per presentarsi ai
nastri di partenza senza lacune e con una struttura dirigenziale ben
definita e già collaudata. Le colpe maggiori, e lo ha ribadito anche
Trapani la scorsa settimana, per il disastroso campionato fatto ce l'ha
la società, che ha cominciato a sbagliare con la scelta dell'allenatore a
luglio ed avallando quasi tutte le richieste di Maurizi. Non dovrà essere così per il prossimo anno. La guida tecnica dovrà essere scelta insieme, dal presidente e dal direttore D'Eboli. Sotto questo aspetto pare si sia sul punto giusto: il dg ha sondato pesantemente il terreno per Salvatore Campilongo, allenatore stimato dalla piazza per i suoi trascorsi alla Cavese
ed anche dallo stesso patron, col quale a giorni ci sarà un colloquio.
In pole position c'è dunque il mister ex Ischia, il cui pallino, più che
i termini contrattuali o la squadra al suo servizio, sono le strutture.
Altro nodo da sciogliere al più presto. Da troppo tempo la Paganese è
ferma al palo per questa annosa vicenda della convenzione del Torre.
Una vicenda legata da un filo rosso con le sorti di Palazzo San Carlo e
dunque con le prossime elezioni amministrative. Se per gli
azzurrostellati quello dello stadio è un problema primario, non si può
dire altrimenti degli amministratori della città. L'affidamento
dell'impianto sportivo alla società Paganese entro l'estate è pura
utopia, molto più probabile per il prossimo anno. Ma nonostante questo
il Torre ha bisogno di un restyling. E non solo il manto erboso. Il club
sembra intenzionato ad accollarsi anche i costi dei lavori, sperando in
una gestione ventennale dello stadio in un futuro abbastanza recente.
Campilongo, o chi per esso, si accontenterà? E poi c'è da far fronte ad
un altro problema: i tifosi. Non basta la scelta di un allenatore
apprezzato per riportare la gente allo stadio, dopo un'annata così
fallimentare. Occorrerà studiare iniziative tese a tale fine e
soprattutto fare risultati dall'inizio, l'unico modo per far ritornare
il sorriso sul volto di tifosi delusi. Occorrerà, insomma, sfruttare e
dimostrare di non aver sprecato, il tempo che la Paganese ha avuto e ha a
disposizione.
Danilo Sorrentino - www.paganese.net