2.11.14

Le identità ritrovate.

Guardo la classifica, come ogni settimana, una specie di rito irrinunciabile per chi vive nel mondo del calcio. Beh! credo stavolta di poter essere soddisfatto, così come sicuramente lo saranno tutti coloro che come me non rinunciano a fare di conti. Sei punti conquistati in due gare consecutive non sono bottino di poco conto per una squadra che – ricordiamocelo sempre – ha come obiettivo principale di arrivare alla salvezza al più presto possibile. Adesso dobbiamo però mantenere i piedi ben saldi per terra e ricordare sempre, anche nei momenti di inevitabili euforie portate dal successo, che siamo impegnati a disputare un campionato importante che annovera squadre importanti.

Intanto è essenziale aver superato un periodo grigio in cui la squadra sembrava in balìa del destino; una squadra apparsa male assortita e – ancora peggio – senza identità. Io non so se Sottil, arrivato da poco sulla panchina azzurro stellata, abbia particolari qualità taumaturgiche. Ma due cose sono certe: primo, ha capito che c’era bisogno di una guida esperta nel reparto di centrocampo e ha dato subito l’ok per l’ingaggio di De Liguori che nel corso della sua carriera è stato sempre stimato come uomo d’ordine. Secondo, ha intuito che il reparto d’attacco non poteva reggersi solo sull’estro di Caccavallo e ha avallato l’ingaggio di Bernardo, uno dei pochi attaccanti ancora presenti sul mercato degli svincolati, accreditato come elemento duttile, in possesso di buona tecnica individuale e quasi pronto fisicamente alla bisogna.

Queste sono le cose certe, non opinabili, che sono sotto gli occhi di tutti e che suonano a merito non solo dell’allenatore ma anche di chi si è convinto che nel calcio niente si improvvisa e che ognuno deve avere un ruolo, non solo dal punto di vista tattico. Poi ci sono i risultati, anche essi sicuri, matematici. Certo, nel calcio non c’è mai niente di scontato; molte volte i risultati risultano figli del caso: una traversa, un palo, un gol sbagliato a porta vuota, un arbitraggio infelice, un errore banale. Ma volete mettere una squadra quadrata, ben presidiata nel discorso tecnico-tattico da elementi di valore e di mestiere ed una squadra improvvisata, senza identità, senza uomini giusti al posto giusto?

Onore e merito a Sottil che – fedele al suo passato di calciatore – è sembrato anche in grado di trasmettere un’infinita carica agonistica alla squadra. Il tecnico ha compiuto, fino a questo momento, un’opera altamente meritoria, al di là di ogni altro discorso di carattere; ha messo gli uomini giusti al posto giusto e soprattutto ha affidato le chiavi del centrocampo ad un uomo navigato a tutte le burrasche di ordine calcistico. Poi ha ridato libertà di movimento all’estro di Herrera, sacrificato più del dovuto in un oscuro lavoro di interdizione a centrocampo, ed il panamense ha risposto presente, una volta chiamato in causa, sia ad Ischia, sia ieri contro il Barletta quando ha dovuto, in un certo qual senso, giocare anche da Caccavallo.

Credo che adesso la squadra abbia una sua identità. Forse manca la continuità in alcuni suoi componenti e forse manca ancora all’appello qualche calciatore che pure era stato ingaggiato per qualità tuttora inespresse. Ma c’è anche l’ingaggio del belga-marocchino Maaroufi che autorizza a ben sperare per il futuro. In quella zona del campo è bene avere più frecce al proprio arco; e poi, a dire il vero, quando c’è qualità puoi in qualsiasi momento cambiare le carte in tavola, tatticamente parlando, in qualsiasi momento della partita.

Quello che non ci voleva proprio,  a  dire il vero, è l’infortunio occorso a Caccavallo; la squadra ieri ha sofferto molto la mancanza di imprevedibilità nelle sue manovre di attacco anche se sia Deli, sia Bernardo, sia Herrera non hanno affatto demeritato. Ci vorrà probabilmente ancora qualche settimana di riposo per il talentuoso attaccante e Sottil dovrà chiedere il massimo a Deli che al momento appare il calciatore più duttile sotto l’aspetto squisitamente tattico. Il calciatore laziale contro il Barletta ha sfoderato un gol da antologia e questo potrebbe avergli fatto riacquistare la fiducia nei suoi mezzi che sono notevoli, dopo un periodo di appannamento seguito ad un continuo cambio di ruolo e di mansioni.

La prossima di campionato presenta al “Giraud” un’intrigante Savoia-Paganese; stavolta si gioca di domenica, in un orario insolito; alle 12 e 30.


Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com