È strano, e anche bello, come le cose possano cambiare nella vita da un giorno all’altro. Prendete la Paganese; aveva conquistato in tutto quattro miseri punticini in sette giornate. Poi, con la sostituzione del “manico” al timone della squadra, una sterzata decisa. Pensate: diciotto punti in nove gare, una media di due punti a partita.
Guardo la classifica e non mi pare vero; ventidue punti sono veramente un ottimo bottino per una squadra che fino a due mesi fa era inzaccherata in quelle specie di sabbie mobili che ti impediscono di divincolarti, a due passi dal baratro.
Sappiamo bene cosa significhi essere agli ultimi posti di una graduatoria; l’abbiamo sperimentato amaramente nel corso dell’ultimo interminabile campionato, uno “sperpetuo” continuo, delusioni una dietro l’altra, mortificazioni, dileggi, paroline di sarcasmo da parte di avversari e pacche sulle spalle, di consolazione, da parte di presunti amici.
Devo confessare che ho attribuito sempre una importanza relativa alle qualità degli allenatori, considerandoli più o meno tutti sullo stesso piano nella convinzione che sono i risultati a determinare spesso la bontà e il valore del tecnico o, viceversa, la sua presunta imperizia o preparazione.
Sottil, con lo snocciolamento dei punti conquistati da quando è arrivato al capezzale della Paganese, oggi è da considerare come un vero e proprio uomo della Provvidenza. Rispetto al suo predecessore, ha avuto il merito indiscutibile di far rendere al massimo atleti ancora alla ricerca di una loro precisa identità. Poche mosse di ordine tattico, indispensabili, e poi l’intuito di chi sa che nel calcio ci sono ruoli che non si inventano dalla sera alla mattina. L’esempio viene da De Liguori. Sarà anche un caso, una combinazione, dite quello che volete, ma, da quando le chiavi del centrocampo sono state consegnate al piccolo grande calciatore, la squadra ha assunto un’altra dimensione; identità di squadra compatta, sicura di sé, con connotati di grande determinazione e con un temperamento che – questo è sicuro – ricorda quello di Sottil nelle vesti di calciatore.
La partita di Aversa è sembrata subito a portata di mano per quello che riguarda il risultato, tanto lineare e bello è stato il gol che ha aperto le ostilità, con Girardi prontissimo a raccogliere uno di quegli inviti di Caccavallo che proprio non si possono rifiutare. Poi la squadra non è riuscita a mettere a segno il colpo del kappaò, pur avendone avuto le occasioni, e ad un certo punto si è rischiato di rimettere tutto in discussione.
Per fortuna Caccavallo ha avuto l’opportunità di far valere la sua classe, dopo aver commesso una grossa ingenuità in fase difensiva, e dal solito posto, anzi dalla sua solita mattonella, ha rimesso le cose a posto.
Note a margine. La squadra ha risposto in pieno alle sollecitazioni del suo tecnico e ha proposto al centro della sua difesa un duo assolutamente inedito formato da Schiavino e Bocchetti. Ebbene i due hanno giocato una gara attenta e giudiziosa, tanto da non far rimpiangere la pesante assenza di Moracci; già questo potrebbe dirla lunga sulla bontà della scelta tattica compiuta da Sottil. A centrocampo si è visto un Baccolo in piena salute, determinato e brillante, che ha saputo interpretare bene sia la fase difensiva che quella di rilancio, a sostegno del solito De Liguori, diesel che non tradisce. Calamai così così, ma il suo lo ha fatto comunque anche in presenza di qualche problemino di ordine fisico.
In attacco, Herrera ha avuto il suo gran da fare stretto com’era in una morsa preparata sapientemente dall’allenatore dell’Aversa Normanna; per lui pochi spazi e raddoppi continui in marcatura; oramai lo conoscono tutti e cercano di limitargli le ripartenze sulla fascia.
Ma l’attuale Paganese ha anche altre frecce al suo arco in avanti; Caccavallo e Girardi, ognuno con le proprie caratteristiche, stanno integrandosi, giorno dopo giorno, tanto che il primo gol non è assolutamente frutto del caso, ma di una manovra a largo respiro cominciata con un cross pennellato e conclusa da una capocciata senza scampo per il portiere aversano.
Qualcosa, per concludere, vorrei dirlo ai ragazzi che si battono in campo con ardore e con grande passione: cercate di essere più raziocinanti. Lo so, il campo porta a degli eccessi tipici del momento agonistico vissuto; ma sappiate che molte volte la vostra passionalità può portare a conseguenze deleterie, tipo squalifica. E la Paganese di tutto ha bisogno fuorché di squalifiche con la rosa che si ritrova.
Così va a finire che domenica prossima, contro il Catanzaro, in un orario infame per una partita di calcio, ore 12 e 30, Sottil dovrà inventarsi tutto il reparto d’attacco. Sarà il momento di vedere all’opera sin dal primo minuto un Bernardo smanioso di far vedere le sue qualità.
Guardo la classifica e non mi pare vero; ventidue punti sono veramente un ottimo bottino per una squadra che fino a due mesi fa era inzaccherata in quelle specie di sabbie mobili che ti impediscono di divincolarti, a due passi dal baratro.
Sappiamo bene cosa significhi essere agli ultimi posti di una graduatoria; l’abbiamo sperimentato amaramente nel corso dell’ultimo interminabile campionato, uno “sperpetuo” continuo, delusioni una dietro l’altra, mortificazioni, dileggi, paroline di sarcasmo da parte di avversari e pacche sulle spalle, di consolazione, da parte di presunti amici.
Devo confessare che ho attribuito sempre una importanza relativa alle qualità degli allenatori, considerandoli più o meno tutti sullo stesso piano nella convinzione che sono i risultati a determinare spesso la bontà e il valore del tecnico o, viceversa, la sua presunta imperizia o preparazione.
Sottil, con lo snocciolamento dei punti conquistati da quando è arrivato al capezzale della Paganese, oggi è da considerare come un vero e proprio uomo della Provvidenza. Rispetto al suo predecessore, ha avuto il merito indiscutibile di far rendere al massimo atleti ancora alla ricerca di una loro precisa identità. Poche mosse di ordine tattico, indispensabili, e poi l’intuito di chi sa che nel calcio ci sono ruoli che non si inventano dalla sera alla mattina. L’esempio viene da De Liguori. Sarà anche un caso, una combinazione, dite quello che volete, ma, da quando le chiavi del centrocampo sono state consegnate al piccolo grande calciatore, la squadra ha assunto un’altra dimensione; identità di squadra compatta, sicura di sé, con connotati di grande determinazione e con un temperamento che – questo è sicuro – ricorda quello di Sottil nelle vesti di calciatore.
La partita di Aversa è sembrata subito a portata di mano per quello che riguarda il risultato, tanto lineare e bello è stato il gol che ha aperto le ostilità, con Girardi prontissimo a raccogliere uno di quegli inviti di Caccavallo che proprio non si possono rifiutare. Poi la squadra non è riuscita a mettere a segno il colpo del kappaò, pur avendone avuto le occasioni, e ad un certo punto si è rischiato di rimettere tutto in discussione.
Per fortuna Caccavallo ha avuto l’opportunità di far valere la sua classe, dopo aver commesso una grossa ingenuità in fase difensiva, e dal solito posto, anzi dalla sua solita mattonella, ha rimesso le cose a posto.
Note a margine. La squadra ha risposto in pieno alle sollecitazioni del suo tecnico e ha proposto al centro della sua difesa un duo assolutamente inedito formato da Schiavino e Bocchetti. Ebbene i due hanno giocato una gara attenta e giudiziosa, tanto da non far rimpiangere la pesante assenza di Moracci; già questo potrebbe dirla lunga sulla bontà della scelta tattica compiuta da Sottil. A centrocampo si è visto un Baccolo in piena salute, determinato e brillante, che ha saputo interpretare bene sia la fase difensiva che quella di rilancio, a sostegno del solito De Liguori, diesel che non tradisce. Calamai così così, ma il suo lo ha fatto comunque anche in presenza di qualche problemino di ordine fisico.
In attacco, Herrera ha avuto il suo gran da fare stretto com’era in una morsa preparata sapientemente dall’allenatore dell’Aversa Normanna; per lui pochi spazi e raddoppi continui in marcatura; oramai lo conoscono tutti e cercano di limitargli le ripartenze sulla fascia.
Ma l’attuale Paganese ha anche altre frecce al suo arco in avanti; Caccavallo e Girardi, ognuno con le proprie caratteristiche, stanno integrandosi, giorno dopo giorno, tanto che il primo gol non è assolutamente frutto del caso, ma di una manovra a largo respiro cominciata con un cross pennellato e conclusa da una capocciata senza scampo per il portiere aversano.
Qualcosa, per concludere, vorrei dirlo ai ragazzi che si battono in campo con ardore e con grande passione: cercate di essere più raziocinanti. Lo so, il campo porta a degli eccessi tipici del momento agonistico vissuto; ma sappiate che molte volte la vostra passionalità può portare a conseguenze deleterie, tipo squalifica. E la Paganese di tutto ha bisogno fuorché di squalifiche con la rosa che si ritrova.
Così va a finire che domenica prossima, contro il Catanzaro, in un orario infame per una partita di calcio, ore 12 e 30, Sottil dovrà inventarsi tutto il reparto d’attacco. Sarà il momento di vedere all’opera sin dal primo minuto un Bernardo smanioso di far vedere le sue qualità.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com
Nella foto, tratta da Sportube, il primo gol di Girardi su cross di Caccavallo