23.2.15

Uno sguardo dal ponte.

Di Nino Ruggiero

Della partita con la Juve Stabia si è scritto e si è detto molto; in poche righe sabato ho concentrato il mio pensiero sull’ennesimo risultato negativo. Inutile aggiungere altro.

Di cosa vogliamo parlare? Di calcio, di risultati poco rispondenti, di tattica, di uomini? C’è poca voglia di dire qualcosa, in verità, come capita nei periodi di stanca, nei momenti di crisi, quando tutto non gira per il verso giusto, quando pare che il mondo intero ce l’abbia con te, con le cose cui tieni maggiormente, quando vorresti dire, parlare, anche sbraitare, ma poi rifletti e convieni che sarebbe tutto inutile, perché nulla cambierebbe.

Ma non posso tacere del tutto; qualcosa la devo dire, per il rispetto che devo ai miei pochi amici che hanno la bontà di seguire le mie note settimanali. Partiamo dall’attuale situazione societaria della Paganese, per avere un quadro più chiaro sull’attuale momento della squadra:

a) Presidente Trapani alle prese con seri problemi di ordine giudiziario, quindi impossibilitato a interessarsi personalmente della gestione societaria;

b) altri soci che si arrangiano come possono per garantire un minimo di tranquillità e di regolarità nei pagamenti alla squadra;

c) Cocchino D’Eboli, direttore generale, che deve pensare anche alla parte amministrativa per far quadrare i conti e assicurare un futuro alla squadra. Tradotto: deve ridurre le spese di gestione. Vale a dire: deve vendere o sbarazzarsi dei pezzi pregiati della squadra che incidono molto nell’economia della gestione. Cosa che è stata fatta, con sacrificio e probabilmente malvolentieri.
Con queste premesse, ve la sentireste di parlare di errori commessi in fase di campagna invernale, di squadra incompleta, di risultati che non arrivano più con quella puntualità che aveva fatto capolino dopo l’arrivo dell’allenatore Sottil?

Intendiamoci: se non riusciamo a immedesimarci nel difficile momento storico attraversato dalla società, allora ogni discorso è inutile. Non è politica di pannicelli caldi, no; è solo constatazione di un periodo delicatissimo che vede in gioco sia la vita della società stessa, sia la permanenza della squadra in LegaPro. I polemici e i nostalgici, quelli che pensano solo al risultato, alle sconfitte, alle glorie di un passato che non c’è più, sono pregati di riflettere seriamente sull’attuale situazione della società azzurro-stellata e dell’intero mondo del calcio. Solo un momento di riflessione, senza farsi prendere dalla fregola del tifo, credo sia d’obbligo soprattutto per chi l’azzurro e la stella l’ha tatuata sulla pelle, materialmente o metaforicamente. Non vale infatti che qualcuno, forse preso dalla delusione del momento, si faccia prendere dallo sconforto più totale e si abbandoni a frasi tipo: “se dobbiamo penare così ogni domenica, tanto vale scendere nei dilettanti subito!”.
Tutti vorremmo avere una squadra vincente, una squadra che si fa rispettare e che sia onore e vanto della città. Ma bisogna fare sempre i conti con la realtà delle cose. Se diamo uno sguardo attorno, nel circondario, ci troviamo soli soletti ancora a disputare un campionato da professionisti: non dimentichiamolo mai. Ecco perché adesso bisogna profondere il massimo sforzo per conservare la categoria – in attesa di tempi migliori - puntando tutto sulla salvezza; prima della squadra, poi della società.

Ho dato uno sguardo dal ponte. Le partite cosiddette “impossibili” sono alle spalle. Sono state affrontate una dopo l’altra Lecce e Juve Stabia, due squadre accreditate di grosse potenzialità; purtroppo è andata male in tutte e due le occasioni: le recriminazioni sui risultati ritenuti poco rispondenti non servono a niente. Bisogna solo e e sempre guardare avanti.
Adesso inizia il ciclo più importante, direi fondamentale per i futuri destini della squadra: si tratta di veri e propri scontri diretti. Domenica con il Cosenza in casa, poi trasferta a Melfi, quindi in casa con l’Ischia, ancora trasferta a Barletta e, a marzo inoltrato, incontro interno con il Savoia. Saranno incontri determinanti ai fini della salvezza, con squadre che a gennaio si sono rafforzate senza badare a spese; veri e propri spareggi che non si devono mancare in termini di risultati positivi. Da queste gare dovranno venire i punti che servono per dormire sonni più tranquilli.

Poi, a salvezza raggiunta, parleremo con maggiore tranquillità del futuro. E diremo anche che in avvenire – problemi di ordine giudiziario a parte – bisognerà essere più chiari con la tifoseria o con quello che resta di una delle tifoserie più appassionate della Regione.
Patti chiari amicizia lunga – si diceva una volta. E i detti non sbagliano perché ci sarà bisogno una volta per sempre di conoscere i programmi futuri. Programmi che non possono essere una volta “ambiziosi” e un’altra “riduttivi”. O l’una o l’altra, ma sarà necessario parlare e dirlo prima.
Onde evitare equivoci e false aspettative.