Nella foto, tratta da Sportube, Caccavallo ha appena sferrato il tiro che porterà la Paganese sul 2-1 |
Di Nino Ruggiero
Ci sono giorni in cui la penna pesa maledettamente e hai poca voglia di scrivere. Oggi è uno di questi, purtroppo. Gli impegni però sono impegni e bisogna mantenerli con i tre-quattro fedeli amici che seguono, nella buona e nella cattiva sorte, questa mia rubrica settimanale.
La Paganese fino alla vigilia dell’incontro con il Matera, vale a dire dopo tredici giornate di campionato, aveva alternato risultati positivi ad altri negativi. Però aveva sempre dato segni di forte presenza, anche nelle giornate in cui era andato tutto storto e il risultato positivo si era fatto attendere; ultima, la gara interna con il Catanzaro.
Si era vinto e si era perduto, ma le prestazioni della squadra – anche nei momenti di poca fortuna – non erano mai dispiaciute dal punto di vista dell’impegno agonistico e del comportamento, sia tecnico che tattico.
A Matera, invece, per la prima volta in questo scorcio di campionato, si è vista una squadra diversa: molle, poco reattiva, con idee annebbiate, quasi sempre succube dell’avversaria di turno che – guarda caso – non vinceva in casa dalla prima di campionato.
Troppo brutta la Paganese, tanto brutta da non sembrare vera. Una squadra inguardabile, mai in partita, soprattutto nel primo tempo. Una giornata storta generale, o cos’altro?
Ho già detto a caldo nella serata di sabato che se si fosse trattato della prima partita di campionato, credo che in tanti avremmo tratto conclusioni amare sul futuro della squadra. Ma, per fortuna, la Paganese ha avuto modo, in altre occasioni, di dare dimostrazioni di forza, di compattezza e di solidità in virtù di un buon impianto di gioco. Quindi, per forza di cose, se vogliamo essere propositivi – e credo che lo siamo un po’ tutti – dobbiamo pensare che si sia trattato solo di una bruttissima esibizione. Di certo la più brutta degli ultimi campionati, anche se si fa fatica a cercarne la causa.
Le risposte che in tanti si aspettavano dalla gara esterna con il Matera, in tema di potenzialità della squadra e di prospettive future, credo siano state deludenti, al di là del risultato.
Si vince, di perde, si pareggia: il calcio non dà certezze e ogni partita ha sempre uno svolgimento diverso, anche se – per assurdo – un determinato incontro dovesse ripetersi a distanza di qualche giorno fra le stesse contendenti. Quello che preoccupa non è tanto la sconfitta, che è nell’ordine delle cose, quanto una parvenza di rassegnazione nei confronti di un’avversaria determinata e vogliosa di arrivare alla vittoria.
Da Grassadonia, che non credo possa essere in discussione, mi aspetto una serena diagnosi sul momento difficile attraversato dalla squadra. Sono sempre stato dell’avviso che quando una società punta su un allenatore all’inizio del campionato, è giusto che lo stesso sia accompagnato e assistito anche nei momenti più difficili che una squadra può attraversare. L’allenatore, che ha tra le mani il metro della situazione, però, dovrebbe farci capire a che cosa si può attribuire un preoccupante calo di tensione arrivato in un momento delicato del campionato e, in tal senso, dovrebbe parlare chiaro soprattutto a società e tifosi.
Fermo restando che si stanno scontando infortuni a catena da parte di atleti considerati elementi cardine dell’inquadratura, credo però sia anche il caso di strigliare a dovere – richiamandoli alla responsabilità e alla calma – gli atleti più rappresentativi della squadra, perché si sta esagerando con le espulsioni subite.
Caccavallo, che stimo molto per la sua classe cristallina, in particolare, non può cadere nella trappola tesagli dall’avversario di turno e farsi espellere d’acchito, per un riprovevole fallo di reazione, privando così la squadra della sua preziosa presenza per più giornate.
Adesso proviamo a guardare avanti con l’idea di un pronto riscatto. Si gioca finalmente di domenica al “Marcello Torre” nell’orario canonico delle ore 15 contro il Lecce.
Oìza! vecchia Paganese. Ricalco un vecchio titolo in vernacolo usato da Guido Prestisimone su “Sport7” appena cinquant’anni fa e riferito al Napoli di Vinicio, incredibilmente caduto a più riprese sotto i colpi di avversarie per niente trascendentali.
Oìza, come dicevano amorevolmente i carrettieri di una volta, quando il cavallo cadeva sotto il peso della carretta stracolma e ingombrante.
Oìza! alzati e cammina, vecchia cara Paganese per festeggiare adeguatamente i tuoi prossimi novant’anni di vita.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com
La Paganese fino alla vigilia dell’incontro con il Matera, vale a dire dopo tredici giornate di campionato, aveva alternato risultati positivi ad altri negativi. Però aveva sempre dato segni di forte presenza, anche nelle giornate in cui era andato tutto storto e il risultato positivo si era fatto attendere; ultima, la gara interna con il Catanzaro.
Si era vinto e si era perduto, ma le prestazioni della squadra – anche nei momenti di poca fortuna – non erano mai dispiaciute dal punto di vista dell’impegno agonistico e del comportamento, sia tecnico che tattico.
A Matera, invece, per la prima volta in questo scorcio di campionato, si è vista una squadra diversa: molle, poco reattiva, con idee annebbiate, quasi sempre succube dell’avversaria di turno che – guarda caso – non vinceva in casa dalla prima di campionato.
Troppo brutta la Paganese, tanto brutta da non sembrare vera. Una squadra inguardabile, mai in partita, soprattutto nel primo tempo. Una giornata storta generale, o cos’altro?
Ho già detto a caldo nella serata di sabato che se si fosse trattato della prima partita di campionato, credo che in tanti avremmo tratto conclusioni amare sul futuro della squadra. Ma, per fortuna, la Paganese ha avuto modo, in altre occasioni, di dare dimostrazioni di forza, di compattezza e di solidità in virtù di un buon impianto di gioco. Quindi, per forza di cose, se vogliamo essere propositivi – e credo che lo siamo un po’ tutti – dobbiamo pensare che si sia trattato solo di una bruttissima esibizione. Di certo la più brutta degli ultimi campionati, anche se si fa fatica a cercarne la causa.
Le risposte che in tanti si aspettavano dalla gara esterna con il Matera, in tema di potenzialità della squadra e di prospettive future, credo siano state deludenti, al di là del risultato.
Si vince, di perde, si pareggia: il calcio non dà certezze e ogni partita ha sempre uno svolgimento diverso, anche se – per assurdo – un determinato incontro dovesse ripetersi a distanza di qualche giorno fra le stesse contendenti. Quello che preoccupa non è tanto la sconfitta, che è nell’ordine delle cose, quanto una parvenza di rassegnazione nei confronti di un’avversaria determinata e vogliosa di arrivare alla vittoria.
Da Grassadonia, che non credo possa essere in discussione, mi aspetto una serena diagnosi sul momento difficile attraversato dalla squadra. Sono sempre stato dell’avviso che quando una società punta su un allenatore all’inizio del campionato, è giusto che lo stesso sia accompagnato e assistito anche nei momenti più difficili che una squadra può attraversare. L’allenatore, che ha tra le mani il metro della situazione, però, dovrebbe farci capire a che cosa si può attribuire un preoccupante calo di tensione arrivato in un momento delicato del campionato e, in tal senso, dovrebbe parlare chiaro soprattutto a società e tifosi.
Fermo restando che si stanno scontando infortuni a catena da parte di atleti considerati elementi cardine dell’inquadratura, credo però sia anche il caso di strigliare a dovere – richiamandoli alla responsabilità e alla calma – gli atleti più rappresentativi della squadra, perché si sta esagerando con le espulsioni subite.
Caccavallo, che stimo molto per la sua classe cristallina, in particolare, non può cadere nella trappola tesagli dall’avversario di turno e farsi espellere d’acchito, per un riprovevole fallo di reazione, privando così la squadra della sua preziosa presenza per più giornate.
Adesso proviamo a guardare avanti con l’idea di un pronto riscatto. Si gioca finalmente di domenica al “Marcello Torre” nell’orario canonico delle ore 15 contro il Lecce.
Oìza! vecchia Paganese. Ricalco un vecchio titolo in vernacolo usato da Guido Prestisimone su “Sport7” appena cinquant’anni fa e riferito al Napoli di Vinicio, incredibilmente caduto a più riprese sotto i colpi di avversarie per niente trascendentali.
Oìza, come dicevano amorevolmente i carrettieri di una volta, quando il cavallo cadeva sotto il peso della carretta stracolma e ingombrante.
Oìza! alzati e cammina, vecchia cara Paganese per festeggiare adeguatamente i tuoi prossimi novant’anni di vita.
Nino Ruggiero - paganesegraffiti.wordpress.com